Bimbi del bosco. Bibbiano 2?

A Bibbiano si sa come è finita: i despoti della pubblica amministrazione che volevano fare business sulla pelle dei bambini, non erano tali (1). Tutti coloro (soprattutto partiti politici che, nel frattempo sono andati o sono oggi al governo nazionale) inalberati a difesa dei bimbi presunti sfruttati, “quatti quatti” hanno fatto finta di nulla.

Ma non hanno imparato nulla. Cioè prima di parlare: INFORMARSI!… ammesso che siano interessati a farlo, oltra la “caciara”.

E oggi troviamo gli stessi -metodo identico – a difesa delle scelte dei genitori dei bimbi del bosco in Abruzzo. Dove, a seconda della propria ideologia, i colpevoli sono a destra o a sinistra.

I bimbi non sono proprietà dei genitori, né dello Stato. Ma individui che devono godere dei diritti umani, sotto la potestà di genitori che devono esercitarla tra libertà e responsabilità (concetti generali, usati e abusati rispetto a chi sono, cosa fanno e cosa pensano i genitori). La responsabilità penale dei bimbi è inesistente fino ai 14 anni, quella civile – con alcuni limiti – fino a 18 anni. Allo Stato il compito di vigilare che funzioni, anche e soprattutto al di sotto di questi limiti di età.

Il Tribunale, dopo un’indigestione di funghi (che possono anche essere mortali), ha ritenuto che qualcosa non funzionava ed ha fatto partire accertamenti e provvedimenti.

I media, col corollario di quelli che – anche istituzionali – sanno tutto a priori (e per i quali ci rimane il dubbio che siano informati), hanno fatto il resto: apertura di tg e giornali di ogni tipo, petizioni, giornalisti “scooppettari” che rincorrono i “famosi” per farsi rilasciare una dichiarazione… famosi che parlano anche se non sanno… insomma circo mediatico come spesso accade.

Al momento rileva solo che il circo mediatico sta facendo peggio di quanto potrebbe fare anche la più discutibile (dipende dai punti di vista) sentenza, sui diretti interessati e sulla popolazione in generale. Circo mediatico che non è detto possa anche condizionare la pronuncia dei giudici, per quanto qualcuno creda che siano irreprensibili.

L’auspicio – per chi ha a cuore bimbi, genitori, Stato e giustizia – è che la vicenda giudiziaria non si impantani in modi, metodi e tempi tipici della nostra giustizia.

Ricordandoci che i boschi italiani non sono come alcune zone dell’Amazzonia sudamericana o alcune isole delle Andamane – Oceano Indiano (dove se ti avvicini, gli abitanti indigeni come minimo ti tirano sassi e frecce).

Potrebbe forse essere questa occasione per dimostrare a se stessi – privato o pubblico – che ce la possiamo metter tutta perché tutto si risolva in tempi brevi, prima che i bimbi vadano all’università?

Pensiamo a Bibbiano, non possiamo non pensare a Bibbiano2, e ci vengono i brividi.

 

 

1 – https://www.aibi.it/coopaibc/caso-bibbiano-crolla-ipotesi-business-affidi/

 

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc