Caso Riceci, pro memoria dalla società civile a chi può fermare il progetto

di EveryOne Group

La società civile si sta impegnando con enormi energie per evitare che in località Petriano-Riceci (PU) venga installata la mostruosa discarica, presso un’area incontaminata, entro un paesaggio agricolo che è lo stesso che ritroviamo nello sfondo di opere di Giovanni Santi, Piero della Francesca, Raffaello. È un’oasi, un luogo in cui si rinnova da millenni il ciclo della vita, caratterizzato da una varietà di flora e fauna tanto delicata quanto straordinaria. A Riceci, come ci ha mostrato ancora una volta la camminata con l’arcivescovo Sandro Salvucci le persone, passeggiando recuperano l’armonia con se stesse, i valori umani e civili, allontanandosi dalla frenesia, dal cemento e dalle esalazioni delle città.

 

L’eventualità di una gigantesca discarica a Riceci, tuttavia, ha portato un’ombra di angoscia, malessere e disperazione nelle amene località che circondano il sito. Intere famiglie vivono ormai sotto la spada di Damocle di un progetto che a norma delle vigenti leggi non potrà essere realizzato e che tuttavia torna continuamente, come le calamità o i mostri di certi film dell’orrore. Si aggiungono indugi agli indugi, si prende tempo, si giustifica la lentezza nelle decisioni con i più improbabili passaggi giuridici, come la presenta necessità di un’interpretazione autentica della legge regionale che di fatto cancellerebbe il progetto. Non essendovi grave ambiguità giurisprudenziale, l’interpretazione autentica non ha senso.

 

“Qual è la realtà che i cittadini avrebbero il diritto di sapere, allora?” si chiede Roberto Malini, copresidente di EveryOne Group, organizzazione per i dritti e l’ambiente particolarmente attiva contro la discarica. “I cittadini vogliono sapere come mai non si cancelli un progetto inopportuno, che vorrebbe invadere una località di prezioso valore paesaggistico, culturale e naturalistico, un luogo da proteggere e non da annientare, da valorizzare e non da annichilire con un impianto malsano, con una bruttura invasiva e tossica nel paesaggio urbinate, una delle culle del Rinascimento. L averità è che Riceci costituirebbe un business senza precedenti se trasformata nella sede di una discarica o di altri impianti orrendi e insalubri”.

 

“È ormai assodato che tali progetti non si faranno”, prosegue Malini, “perché vi è un’abbondanza di leggi che tutelano il sito e i cittadini resteranno vigili anche in futuro, sentinelle non solo di un paesaggio vivo e meraviglioso, ma anche della salute di chi vive nell’area e dei diritti delle nuove generazioni. Con questa premessa, oggi la mia organizzazione, insieme ad altri attivisti di Pesaro, ha inviato un appello alle istituzioni, quale pro memoria a beneficio di chi può cancellare l’intero progetto”.

 

L’appello di EveryOne Group si rivolge alle persone che hanno “voce in capitolo” e possono avere influenza sulle prossime decisioni riguardanti Riceci. E, aggiunge Malini, “possono fare la cosa giusta subito, con responsabilità e senso di giustizia, non sulla scia di eventi che in base alla giurisprudenza sono comunque inevitabili. Agire adesso, però, risparmierà mesi di angoscia e sofferenza a tanti bambini, a tante famiglie, a tante persone che amano la loro bella terra e non la vogliono vedere umiliata, annichilita, avvelenata”.

 

L’appello redatto e inviato via posta certificata da EveryOne Group ha raggiunto diversi interlocutori. Fra di essi, l’Amministratore delegato e il Consiglio di amministrazione di Hera. Hera controlla Marche Multiservizi e detiene il 46,39% del suo capitale sociale. “La società può trasmettere un’immagine di responsabilità verso l’ambiente, il paesaggio, la cultura e la salute pubblica, facendo la cosa giusta”.

 

Oltre che alla società Marche Multiservizi, il testo è stato inviato agli Enti pubblici, “che hanno una responsabilità importante verso il territorio e i cittadini e detengono il 52,85% del capitale sociale. Il Comune di Pesaro ha un’importnza rilevante nell’azionariato e ha nominato due membri del Consiglio di amministrazione di Marche Multiservizi. Il Comune di Urbino ha nominato un membro del Consiglio di amministrazione della società. La Provincia di Pesaro e Urbino ha designato un membro del Consiglio di amministrazione dell’azienda. L’insieme degli altri piccoli comuni ha un membro nel Consiglio di amministrazione”.

 

Malini spiega nell’appello che gli Enti pubblici possono cancellare il progetto, tenendo fede alle dichiarazioni che hanno già rilasciato a proposito dello stesso. In quindici giorni, il Consiglio può essere convocato, riunirsi e deliberare. Quando  i rappresentanti della Regione Marche affermano di non avere un ruolo in questa procedura, dicono il vero. La Regione non è rappresentata nel CdA.

 

L’appello è rivolto alla Provincia di Pesaro e Urbino, “cui la Legge regionale che attua le norme nazionali in materia ambientale attribuisce la funzione di dare il diniego a un progetto di discarica” (la Provincia è autorità competente per Valutazione impatto ambientale e Autorizzzione integrata ambientale).

 

Anche la Regione Marche è fra i recettori dell’appello. “Dietro proposta di almeno uno dei soggetti interessati (enti comunali, provinciali o Soprintendenze), può emanare la Dichiarazione di notevole interesse pubblico, che metterebbe al sicuro sine die il sito di Riceci e la zona paesaggistica circostante”.

 

EveryOne Group ha inviato la sua istanza, inoltre, alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Ancona e Pesaro e Urbino, “il cui ruolo è determinante per l’emanazione della Dichiarazione di notevole interesse pubblico. La Soprintendenza può, inoltre, emanare la Dichiarazione di interesse culturale, un vincolo che tutelerebbe il sito di Riceci”.

 

L’organizzazione con sede a Pesaro e un gran numero di cittadini che si stanno impegnando insieme a essa per evitare che Riceci venga violata dalla maxi discarica si augurano che i soggetti cui si rivolge l’appello inizino a condividerlo, a riconoscere tutti gli errori alla base del progetto di una discarica a Riceci, restituendo il futuro sereno che meritano ai cittadini delle aree interessate.

 

Foto di Fabio Patronelli