IL BASKET A MODO LORO. I FIGLI DEI RACCOMANDATI, MEDIOCRI SEMPRE!

Se hanno le competenze per allenare i ragazzi per come scrivono in italiano si comprendono molte cose sul basket messinese.

E’ sempre la solita e già vista strategia: si fanno i campionati giovanili, femminili, ecc… se ci sono i propri figli altrimenti nisba. Quando i figli raccomandati fanno cilecca (ovviamente per colpa dei genitori che li tengono sotto una campana di vetro) la colpa è degli istruttori, dei compagnetti/e, dell’arbitro, ecc…
Prendersela con i più deboli è un classico del d-istruttore genitore. Quanti ne avete conosciuti? Quante volte ve li siete ritrovati in copertina pur sapendo che altri, sicuramente, avrebbero meritato le stesse opportunità? Ma loro potevano tutto pur di fare un regalo ai figli…Un aiutino di qua, uno di là, epperò, pur facendo tutto quello che si può non bastò.

Controllano tutto e spesso utilizzano l’arma del vittimismo per giustificare il peggio. Risultato? Talenti farlocchi che a 18 anni smettono o giocano al parco o per strada. Cari genitori d-istruttori: bisognerebbe aggiungere competizione per farli crescere in autostima non togliere; Convivere con chi la pensa in modo diverso non sopprimere. Esercitare l’ascolto, non la prevaricazione. Forse per far ripartire il movimento del basket bisogna ricominciare anche da qui. Altrimenti si continuerà ad assistere a competizioni senza gloria dove gli spettatori sbadigliano. Passato il girone, solo batoste. E che batoste.

Nello sport conta il merito: chi è davvero bravo, stacca tutti e ai raccomandati non restano che le briciole. Qualche medaglietta di latta, qualche coppetta senza gloria. Chi ama lo sport, il merito sa sempre dove sta la giustizia: che soddisfazione dà sentire i fischi del pubblico rivolti al pargolo vincitore?