Con il governo Meloni la pressione fiscale è aumentata? Per le famiglie no. Propensione all’evasione? Al top in Calabria, Puglia e Campania…
Mentre la politica continua a dividersi tra patrimoniale sì e patrimoniale no, l’Ufficio studi della CGIA ricorda che in Italia le imposte che gravano sulla ricchezza esistono già. Nel 2024, a esempio, hanno garantito all’erario 51,2 miliardi di euro e negli ultimi 20 anni, periodo in cui nel nostro Paese hanno governato a più riprese tutti gli schieramenti politici e la quasi totalità dei partiti, il gettito è addirittura cresciuto del 74 per cento.
L’IMU è la più pesante
Come dicevamo, nel 2024 il gettito delle patrimoniali applicate in Italia ha garantito all’erario 51,2 miliardi di euro. La voce che pesa di più sulle nostre tasche è l’Imposta Municipale Unica (IMU) che viene applicata sulle prime case di lusso, sulle seconde/terze case, sui capannoni, sugli uffici, i negozi e i terreni fabbricabili. L’anno scorso il prelievo è stato pari a 23 miliardi di euro[1]. Un importo che costituisce il 45 per cento del gettito totale delle patrimoniali applicate nel nostro Paese. Seguono l’imposta di bollo che grava obbligatoriamente sui conti correnti, sui conti di deposito, sulle fatture, sulle ricevute, etc., che ha consentito allo Stato di incassare 8,9 miliardi. Il bollo auto, tassa di possesso applicata dalle regioni, è costato agli italiani 7,5 miliardi, mentre l’imposta di registro che paghiamo quando effettuiamo una compravendita immobiliare o quando stipuliamo un contratto di affitto ci è costata 6,1 miliardi di euro.
