Sanità a Siracusa: l’ombra del clientelismo di Cuffaro dietro il disastro

La sanità siracusana è da anni il simbolo di una crisi strutturale che colpisce l’intero sistema siciliano. Liste d’attesa interminabili, pronto soccorso in affanno, carenza di personale e fuga dei pazienti verso altre regioni: nel solo 2024 la mobilità passiva è costata alla Sicilia 240 milioni di euro, di cui 90 milioni imputabili alla provincia di Siracusa.

Un dato che fotografa una realtà impietosa: i cittadini preferiscono curarsi altrove persino per interventi di routine, segno di una sfiducia radicata nelle strutture locali. A questa crisi si sommano ritardi nella realizzazione del nuovo ospedale, vincoli normativi (o politici?) che ne impediscono la classificazione di secondo livello e una governance regionale incapace di garantire standard minimi di qualità.

Le criticità non sono solo tecniche: la sanità siciliana è sotto accusa per un sistema di nomine e appalti permeato da logiche spartitorie, da destra a sinistra, che come Rifondazione Comunista denunciamo da anni, insieme ai sindacati.

In questo contesto esplode l’inchiesta della Procura di Palermo su presunti appalti pilotati e concorsi truccati nella sanità siciliana. Tra i 18 indagati figurano nomi di peso: Salvatore “Totò” Cuffaro, ex presidente della Regione e leader della Nuova DC, e il deputato Saverio Romano. Secondo l’accusa, Cuffaro avrebbe esercitato un’influenza determinante sulle nomine dei vertici delle Asp, puntando a controllare le direzioni di Palermo, Enna e Siracusa. Intercettazioni agli atti parlano chiaro: «Noi abbiamo Enna, Palermo e Siracusa», frase che per i magistrati rivela la volontà di gestire strategicamente un settore che muove miliardi di euro e per noi già questo connota politicamente una logica opposta all’interessa pubblico e dei cittadini.

Il caso più eclatante riguarda la gara per i servizi di ausiliariato all’Asp di Siracusa, che secondo gli inquirenti sarebbe stata manipolata per favorire la Dussmann Service Srl, in cambio di assunzioni e subappalti, circostanza già smentita dalla ditta. Al centro, il direttore generale Alessandro Maria Caltagirone, nominato commissario straordinario nel 2024, la cui designazione sarebbe stata “sponsorizzata” da Cuffaro e Romano. L’ordinanza descrive un presunto sistema di pressioni, punteggi alterati e rinvii strategici delle sedute di gara, con l’obiettivo di garantire l’aggiudicazione alla ditta prescelta.

Al di là delle responsabilità penali, che saranno accertate nei tribunali, il quadro politico è devastante. Quando la sanità diventa terreno di scambio di favori, il diritto alla salute si trasforma in privilegio. Le nomine basate su appartenenze e non su competenze generano inefficienze, alimentano la fuga dei pazienti e aggravano le disuguaglianze, perché se i servizi e le prestazioni non sono più garantiti a pagare saranno le cittadine e i cittadini comuni e senza “santi” in paradiso. In Sicilia, i tempi di attesa per prestazioni essenziali raggiungono livelli inaccettabili: fino a 735 giorni per un’ecodoppler cardiaca e 482 giorni per una mammografia bilaterale, secondo i dati Agenas.

Il rischio è duplice: da un lato, il collasso del sistema pubblico; dall’altro, la spinta verso una “privatizzazione silenziosa”, con accordi sempre più stretti tra Regione e strutture private accreditate, che rischiano di trasformare la sanità in un mercato e non in un servizio universale.

Siracusa è oggi l’emblema di una sanità che non solo soffre di carenze strutturali, ma è vulnerabile alle ingerenze politiche. La presunzione di innocenza resta un principio irrinunciabile, ma la politica non può sottrarsi alla responsabilità di spezzare il legame perverso tra potere e salute.

Serve una riforma radicale delle nomine, trasparenza negli appalti e investimenti di lungo periodo nel personale. La sanità non è un feudo da spartire, ma un diritto costituzionale da garantire. L’unico modo per farlo è attraverso un servizio pubblico universale e partecipato direttamente dai comitati dei cittadini.

Peppe Puccia – Segretario federazione Siracusa/Ragusa

Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea