Ponte sullo Stretto, OICE: “Pieno rispetto per i magistrati, ma è bene non fermare il processo avviato per un inciampo da superare al più presto”

L’OICE, Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, interviene sulla decisione della Corte dei Conti che ha negato il visto e la registrazione alla delibera CIPESS n. 41/2025 relativa al progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina. L’Associazione sottolinea in particolare la necessità di individuare soluzioni che consentano di proseguire il processo avviato, senza che un inciampo tecnico e procedurale ne comprometta la continuità. 

Per Giorgio Lupoi, Presidente OICE, “al di là del merito delle motivazioni che saranno rese note dalla Corte nelle prossime settimane, riteniamo che si tratti di un inciampo che non deve fermare il processo. È un momento da superare, come già accaduto in passato nel nostro Paese.”  Lupoi ricorda infatti che “nel febbraio 1998, il Governo Prodi, a fronte di una analoga decisione delle Sezioni Riunite della Corte dei Conti, registrò con riserva il decreto di proroga della concessione alla Società Autostrade fino al 2038, sbloccando definitivamente la procedura di vendita avviata nel luglio 1996. Un precedente che dimostra come sia possibile rispettare le istituzioni senza interrompere percorsi strategici.”

Per Giorgio Lupoi “il Ponte si inserisce nella grande tradizione dell’ingegneria e dell’architettura italiana, come già accaduto con opere emblematiche quali l’Alta Velocità ferroviaria e il MOSE di Venezia. Entrambe hanno contribuito a migliorare la qualità infrastrutturale del Paese e a rafforzarne il posizionamento internazionale. Queste opere sono frutto dell’ingegno italiano, un vero e proprio “Made in Italy dell’ingegneria” da preservare e valorizzare”.

Infine, sottolinea Lupoi, anche dal punto di vista dei costi delle grandi opere “il Ponte ha un costo stimato 13,5 miliardi di euro, comprensivo di infrastrutture ferroviarie, stradali e opere ambientali; l’Alta Velocità ferroviaria comportò un investimento complessivo di circa 50 miliardi di euro per 1.280 km di linea e per il MOSE di Venezia il costo totale fu di circa 6 miliardi di euro, con elevati costi di gestione e manutenzione. Il Ponte si colloca dunque nello stesso ordine di grandezza economica delle altre grandi opere italiane, confermandone la coerenza strategica e finanziaria.”

Nel concludere, Lupoi afferma che “Il Ponte sullo Stretto non è solo un’infrastruttura: è un simbolo di connessione, progresso e ambizione nazionale. L’OICE ribadisce l’opportunità di proseguire il percorso avviato, nel rispetto delle istituzioni e delle procedure, ma con la consapevolezza che le grandi opere richiedono visione, pazienza e coraggio”.