‘Corpo libero’, alla Festa del Cinema di Roma il primo docufilm sull’obesità

ROMA – Iris ha una compagna invadente, da sempre con lei, in ogni fase della sua vita, fin dall’adolescenza: è l’obesità, una prigione da cui riesce ad evadere nel momento in cui impara a volersi bene, a cercare una strada per riprendere in mano la propria vita. Marco, dopo una carriera sportiva agonistica, comincia a prendere peso, finché non capisce che quel corpo gli impedisce di vivere la vita che vuole e non trova il coraggio di chiedere aiuto e di prendersi cura della sua salute fisica e mentale. Poi c’è Maria, che inizia a prendere peso dopo le gravidanze e non riesce più a perderlo; dopo molte diete e molti fallimenti, si rivolge ad uno specialista, iniziando un percorso di rinascita fatto di sforzi e sacrifici, che la porta nuovamente a stare bene con il suo corpo in salute. E ancora Roberto, che si rifugia nel cibo quando i suoi genitori si separano: un evento che segna la sua adolescenza portandolo all’isolamento e alla solitudine. Ma quando nasce sua nipote qualcosa scatta dentro di lui, vuole ricominciare a vivere, e ci riesce, grazie a un supporto nutrizionale e psicologico.

Sono le storie di persone con obesità raccontate nel documentario ‘Corpo libero’, prodotto da Telomero Produzioni con il patrocinio dell’Associazione pazienti Amici Obesi e realizzato con il contributo non condizionante di Lilly, presentato ieri in anteprima a Roma, nell’ambito della ventesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Lo storytelling del documentario è accompagnato con riflessioni intime dalla ‘voce narrante’ dell’attrice Stefania Rocca. Il documentario da novembre sarà disponibile in streaming su La7 e Amazon Prime Video. ‘Corpo libero’ è il primo documentario che affronta a 360 gradi la patologia obesità, raccontata sia dal punto di vista dei clinici che attraverso il percorso dei pazienti: quattro storie emblematiche di chi, passo dopo passo, si è allontanato dal proprio corpo, perdendo il contatto con il proprio benessere e la salute, per poi ritrovarsi e cercare una nuova connessione con sé stesso, riconquistando la libertà di vivere appieno, oltre le limitazioni che quel corpo un tempo imponeva.

“Conoscere i protagonisti di ‘Corpo libero’ è stata un’esperienza di grande forza ed emozione– hanno detto Donatella Romani e Roberto Amato, autori e produttori di Telomero Produzioni, che hanno scritto e diretto il documentario– le loro storie toccano profondamente e sono un esempio di come sia possibile liberarsi dal fardello dell’obesità, un peso che non è solo fisico ma anche legato allo stigma e al pregiudizio della società. Tanti racconti dolorosi, ma anche tante risate e un grande desiderio di condividere le proprie storie per incoraggiare chi ha problemi di peso a chiedere aiuto, a non chiudersi in sé stessi. Raccogliere le parole autentiche e intime di Iris, Marco, Maria e Roberto è stato un grande privilegio di cui li ringraziamo e dal quale portiamo con noi ricordi preziosi”. Una narrazione che vuole andare al di là dei luoghi comuni associati all’obesità, vera e propria malattia cronica, complessa e multifattoriale, superando i confini della retorica per scrivere una semantica nuova, proiettata verso il domani.

“Collaborare alla realizzazione del documentario ‘Corpo Libero’ ha significato rimettermi nuovamente in gioco, era da tanto che non mi raccontavo e ogni volta riaffiorano sensazioni in gran parte negative, che ho chiuso in un cassetto della memoria, non si possono cancellare, ma almeno tentare, sì– ha commentato Iris Zani, presidente di Amici Obesi e FIAO (Federazione Italiana Associazioni Obesità)– raccontare un vissuto ormai lontano significa dare speranza a chi in questo momento è convinto di non farcela e che nulla cambierà, non è così. In questi anni ho capito che corpo libero non si intende solo libero dal peso in eccesso, ma libero da pregiudizi, condanne e opinioni non richieste. Libero di non essere necessariamente conforme a tutti gli altri, ma in sintonia con se stesso. Ho imparato nel tempo a prendermi cura di questo corpo, a conviverci e a non contrastarlo più. Un ‘corpo libero’, appunto. Credo che mettersi a nudo così possa aiutare più di tante parole”.

‘Corpo libero’ è un racconto corale che vuole superare la grassofobia e incoraggiare le persone ad intraprendere un percorso di cura che possa ridurre il rischio di andare incontro alle patologie correlate al sovrappeso e all’obesità e le aiuti a vincere lo stigma, l’isolamento e la paura di non farcela: alle voci dei pazienti si affiancano quelle degli specialisti, la professoressa Annamaria Colao e il dottor Edoardo Mocini, che spiegano i meccanismi biologici alla base dell’obesità e raccontano la grande rivoluzione terapeutica che può aiutare le persone alle prese con questa malattia cronica a ritrovare la propria salute. Un tassello fondamentale nel percorso di riconoscimento e miglioramento nella gestione della patologia obesità è rappresentato dall’approvazione della Legge, prima nel mondo, che riconosce l’obesità come malattia cronica, progressiva e recidivante, inserendola nei LEA e rintroducendo una serie di misure concrete con l’obiettivo di alleggerire i costi ancora oggi molto elevati per i pazienti e sostenere in particolare le fasce di popolazione economicamente più fragili.

“La legge che riconosce l’obesità come patologia rappresenta un vero traguardo, sia sul piano politico che sociale– ha fatto sapere l’on. Patrizia Marrocco a margine della proiezione del docufilm- Come è emerso chiaramente anche oggi, l’obesità ha un impatto profondo sulla vita e sulla salute dei pazienti. Siamo pienamente consapevoli della crescente portata di questa patologia e della complessità della sfida che essa comporta. Per questo, oltre al riconoscimento formale, stiamo già lavorando per rafforzare le risorse previste, che devono necessariamente essere ampliate per rispondere in modo concreto e adeguato alle esigenze dei pazienti garantendo l’accesso alle cure”.

Con questo documentario “cala il sipario sullo stigma: l’obesità non è più un problema di immagine o di volontà, ma una condizione di salute, che merita cura e rispetto– ha dichiarato Federico Villa, Associate Vice President Corporate Affairs & Patient Access Italy HUB di Lilly– la recente approvazione in Italia della prima legge al mondo che riconosce l’obesità come patologie recidivante e refrattaria è il compimento di un percorso già tracciato da anni a livello scientifico, che oggi prende forma anche da un punto di vista istituzionale e regolatorio. Il documentario ‘Corpo Libero’ si inserisce in questo contesto come un contributo importante al percorso di riconoscimento e sensibilizzazione sulla patologia che stiamo portando avanti insieme a tutti gli attori del sistema salute, con l’obiettivo di promuovere una corretta informazione sull’obesità e favorire una maggiore consapevolezza non solo tra i pazienti, ma nell’opinione pubblica nel suo complesso”.

A commentare il documentario, anche l’attrice Stefania Rocca, la ‘voce narrante’: “In una società in cui i modelli di bellezza sono purtroppo penalizzanti per chi ha un corpo non conforme ai canoni estetici proposti dai social, dalla moda, dalla pubblicità, le persone con problemi di peso sono oggetto di grassofobia- ha detto- di commenti che fanno male, di pregiudizi che li rappresentano come pigri, senza forza di volontà. Partecipare a Corpo Libero ha significato accendere una luce sulle storie di chi  ha lottato e sta lottando per perdere peso, e spero che il documentario possa contribuire a far sì che la società diventi più inclusiva ed accogliente, soprattutto oggi che la scienza ha dimostrato come l’obesità non sia una colpa ma una patologia vera e propria”.

Secondo la professoressa Annamaria Colao, vicepresidente del Consiglio Superiore di Sanità, il docufilm ‘Corpo libero’ ha “messo in relazione le esperienze e le storie di persone con obesità che stanno affrontando un percorso di recupero di sé stessi. L’obiettivo è riprendere pienamente il controllo del proprio corpo, con il supporto del medico- ha evidenziato- lavorando su molti aspetti diversi. Un elemento fondamentale è la personalizzazione dei programmi: significa effettuare una diagnosi accurata, instaurare un dialogo aperto con il paziente, rassicurarlo e fargli comprendere che la decisione che prende in quel momento rappresenta un punto di non ritorno. Non potrà tornare alle abitudini precedenti, ma dovrà trovare la forza di proseguire lungo un percorso che inevitabilmente presenterà cadute e inciampi: è proprio questo percorso che lo porterà fuori dalla ‘trappola’ che lui stesso si è costruito”. Colao ha quindi voluto sottolineare in particolare il ruolo del medico, che “non si limita a prescrivere una dieta o un farmaco, ma che deve comprendere a fondo tutto ciò che il paziente ha vissuto fino a quel momento, aiutandolo a capire perché il suo corpo funziona in modo diverso rispetto ad altri e ad individuare insieme un percorso personalizzato. Per farlo, oggi abbiamo a disposizione diversi strumenti: protocolli nutrizionali, attività fisica adattata, farmaci efficaci, counselling psicologico e molte altre risorse. L’obiettivo è offrire al paziente un “gancio” che gli permetta di riprendere la sua strada e costruire un nuovo equilibrio duraturo”.

Infine per Edoardo Mocini, medico chirurgo specialista in Scienze dell’Alimentazione, questo documentario rappresenta un “contributo fondamentale per diffondere conoscenza e consapevolezza su una patologia spesso fraintesa e stigmatizzata come l’obesità, ancora troppo frequentemente considerata un vizio o un problema di natura ‘estetica’. In realtà- ha spiegato- si tratta di una patologia cronica, complessa e ingravescente, che richiede un corretto inquadramento da parte di medici specialisti e un trattamento con terapie adeguate, basate su evidenze scientifiche”.