
Un fatto di malcostume e disservizio locale mette in luce, se ce ne fosse ancora bisogno, come il nostro sistema democratico sia ostaggio delle minoranze. Per cui libertà, tolleranza e rispetto vanno a ramengo. Sia per le minoranze che si impongono sulle maggioranze, che per quest’ultime che svalutano il potere di gestione di chi governa e amministra, contribuendo così ad una crescita di sfiducia che – fatti e numeri implacabili ad ogni scadenza – si manifesta molto con la non partecipazione alle elezioni.
Il malcostume e disservizio è quello che si è verificato a Firenze durante le elezioni per il rinnovo del consiglio regionale della Toscana. Alcuni seggi elettorali, anche con scarsa informazione per chi ne era coinvolto, sono stati spostati da alcune scuole occupate dagli studenti (in genere propal), in altre (1). L’amministrazione locale ha scelto di far pagare gli elettori (diversi i disagi, soprattutto per disabili) piuttosto che garantire il più importante diritto del nostro regime democratico, le elezioni.
Si sono di recente smorzati i riflettori dell’informazione di Stato dopo più di un mese in cui, i notiziari radio e tv aprivano, dedicandoci anche più della metà dello spazio informativo, con notizie e commenti sulla Flottilla. Iniziativa internazionale a cui partecipavano alcune decine di italiani (tra cui alcuni parlamentari) per attirare l’attenzione sul conflitto di Gaza. A parte alcuni giorni su alcuni media spagnoli, nessun media in nessuna parte del mondo vi aveva dedicato tanta attenzione e spazio.
In questo ultimo mese gli scioperi si sono intensificati perché, rispetto a quelli “tradizionali” per rivendicazioni sindacali, si sono affiancati, organizzati da alcuni sindacati stessi, delle manifestazioni (chiamate scioperi) sulla questione Gaza. I “tradizionali” disagi degli scioperi sono andati alle stelle: continui i blocchi stradali e ferroviari, per esempio. E anche se gli organizzatori decantavano la partecipazione di tutta Italia, è più che ovvio che riguardava alcune centinaia di migliaia di persone o, come hanno detto gli organizzatori, alcuni milioni.
Si tratta di minoranze che, indipendentemente dal consenso per le loro motivazioni, hanno creato disagi e disservizi per tutti. Vuoi col caso fiorentino (studenti occupanti e seggi elettorali spostati) che monopolizzando l’informazione di Stato (che paghiamo tutti col canone Rai), fino al caos, soprattutto per la mobilità, delle manifestazioni/scioperi.
Alla base di tutto registriamo l’incapacità delle autorità di gestione – politica e pratica – di situazioni che fanno parte della nostra vita democratica, ma che per questo non debbano necessariamente divenire incubi per tutta la popolazione.
La tendenza delle Autorità è di scaricare la responsabilità su queste minoranze, financo criminalizzandole verbalmente o auspicando provvedimenti futuri che, nei fatti, metterebbero a rischio l’esercizio dei diritti di ognuno (manifestanti e non-manifestanti inclusi) e la fruibilità di spazi per l’esercizio del dissenso. Auspici già applicati in altri settori, dimostratisi inutili e fomentatori: divieti per rave party e per l’uso di droghe oggi illegali, limitazioni al diritto all’aborto, omicidio stradale, femminicidio, burocrazie estenuanti ed assurde, etc..
La conseguenza di questa situazione è che i cittadini, grazie al quantitativamente alto livello di informazione diffusa, hanno sempre meno fiducia nelle Autorità. E reagiscono con, per esempio, evasione fiscale (non solo quella cosiddetta di necessità, ma proprio delinquenziale), non partecipazione al voto, violazione del codice della strada, arroganza e reazioni violente a ciò che viene considerato ingiusto o solo semplicemente lesivo dei propri interessi (si pensi alle violenze verso i sanitari del servizio pubblico). etc.
Reazioni che, oltre a creare problemi nello specifico, contribuiscono, per i provvedimenti che vengono presi o non presi, a far crescere il condizionamento delle minoranze per tutta la popolazione: norme assurde del codice della strada, limitazioni al diritto di fruire della sanità pubblica, regolamenti burocratici impostati sul cittadino considerato “criminale” a prescindere, fino a manifestazioni e scioperi organizzati non per il fine specifico ma partendo dal presupposto che ogni fatto ritenuto ingiusto debba essere occasione per coinvolgere l’intera popolazione e rivoluzionare tutto, anche il nostro regime democratico.
Situazione in cui i cosiddetti statisti dovrebbero cercare di avere la meglio ed imporre democraticamente rispetto e fluidità. Statisti, se ci siete, battete un colpo.
1 – https://www.aduc.it/articolo/diritto+voto+marginale+casi+fiorentini_39956.php
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc