
CATANIA – Nel 2023 l’Associazione ISI Ingegneria Sismica Italiana ha scelto di attivare una sede operativa a Catania presso la sezione etnea di Ance. Ieri pomeriggio – 22 settembre – si è tenuto un incontro tra il presidente di Ance Catania Rosario Fresta e il nuovo presidente di ISI Gabriele Miceli. Hanno partecipato ai lavori, che si sono tenuti presso Ance Catania, il presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Catania Alessandro Amaro, il consigliere dell’Ordine degli Architetti PPC di Catania Marco Bertolone, il segretario dell’Ordine degli Ingegneri di Catania Alfredo Foti e il presidente del Collegio dei Geometri di Catania Agatino Spoto. Sono intervenuti anche il vicepresidente di Ance Catania Salvatore Messina, e i direttori di ISI e Ance Catania Davide Trutalli e Ines Petrilla.
Al centro della discussione la programmazione delle prossime iniziative sul tema della prevenzione del rischio sismico e della sicurezza delle strutture esistenti che, per la realtà territoriale etnea, assumono particolare importanza. L’obiettivo è favorire un dialogo ampio e trasversale per giungere ad una visione unitaria tra le istituzioni e gli esperti del territorio e per proporre un “Modello Catania” che possa essere estendibile a territori simili. Ciò non di meno – al di là delle misure che la politica vorrà mettere in atto – la conoscenza del territorio può fare la differenza in termini di iniziative volte a sensibilizzare non solo la politica ai diversi livelli e le istituzioni, ma anche e soprattutto la popolazione, non per creare allarmismi, ma per far crescere la consapevolezza. «Occorre una programmazione pluriennale che consenta di guardare al futuro in chiave di prevenzione – ha dichiarato Rosario Fresta – Ance Catania ha sempre considerato la consapevolezza e la corretta percezione del rischio fondamentali per avviare un percorso che si traduca in interventi». «Si deve fare un percorso in prospettiva, è necessario instituire un Tavolo permanente che coinvolga tutti gli attori protagonisti – ha affermato Gabriele Miceli – e tra questi non dimentichiamo i cittadini. Stiliamo una lista di step e assegniamo le responsabilità per partire con il progetto».
«È necessaria una continuità nell’azione, serve sviluppare una vera e propria cultura della prevenzione – ha affermato Alfredo Foti – e non accorgersi del problema solo dopo il crollo degli edifici privati, dei ponti o dei beni culturali».
«È vero, il nostro maggiore interlocutore sono le istituzioni – ha dichiarato Salvatore Messina – Il nostro compito è fare da pungolo e stimolare la politica. Il quid in più è la possibilità di coinvolgere ISI che è all’avanguardia nella ricerca». «Il tema è trasversale e riguarda tutti: i tecnici, la politica, i cittadini – ha affermato Alessandro Amaro – e poi serve una mappatura di edifici che necessitano di interventi profondi. Si deve partire da lì, dagli edifici da tutelare e poi lavorare per isolati, non solo per singole strutture».
L’incontro si è chiuso con l’impegno congiunto a definire i primi step operativi e a costruire una rete di lavoro stabile, inclusiva e orientata all’azione, per affrontare una delle sfide più cruciali per la sicurezza del territorio.