
La teoria anzi l’ossessione della “grande cospirazione” punta tutto contro gli ebrei e spiega la storia con macchinazioni semplicistiche. Ma il nemico autentico è l’uomo, la sua libertà. Lo sostengono tre studiosi come Daniel Pipes, Gabriel Schoenfeld e Carlo Panella. E così si apprende che il teorema del “complotto” è una creazione dell’islam, cultura di sottomissione che ha sempre bisogno di un nemico.
E’ qui che si fondano antigiudaismo, antisionismo e antisemitismo. È questa una tesi in uno studio di Marco Respinti pubblicato su Il Domenicale del 15 luglio 2005, n.29.(La Storia fatta a [S]Trame) Una affermazione del Primo Ministro Britannico Benjamin Disraeli di un secolo e mezzo fa è la formulazione più precisa della teoria del complotto nella Storia. E’ una teoria come lo sono quelle matematiche che poi si devono scontrare con la realtà. Quello del complotto è un teorema con poco sforzo. Basta inanellare fatti più disparati, infilare ogni elemento nella casella giusta e il gioco è fatto. Funziona come le profezie di Nostradamus; è il trionfo del “l’avevo detto”. Poi aggiungete un colpevole, un capro espiatorio, una vittima sacrificale e la cospirazione planetaria è bella è fatta. Ma andiamo ai libri con tre titoli ponderosi e impegnativi che smontano la teoria del complotto.
Per Marco Respinti sostanzialmente si può scrivere che si tratta di una vera e propria offensiva culturale. Il 1° libro, “Il lato oscuro della Storia. L’ossessione del grande complotto (traduzione italiana, PP. 394, e 24,50, Lindau) di Daniel Pipes, direttore della Middle East Forum, risale fino all’origine del teorema additando quanti tra i primi critici della Rivoluzione Francese videro quel fenomeno di colossale sovversione culturale e politica un evento satanico e inaugurarono una sorta di “controesoterismo”: la spiegazione degli accadimenti storici attraverso l’azione congiunta e coordinata di conventicole iniziatiche e di società segrete diabolicamente ispirate”. Ma il perno di ogni complotto vero e serio dice il complottismo è però l’Ebreo, parassita della società che lo ospita e, fra gelosia, ingordigia e volontà di potenza, imperturbabilmente teso a distruggere tutto quanto lo circonda.
Per questo l’ebreo si trova ovunque, dietro guerre, rivoluzioni, sciagure, catastrofi e delitti. Tuttavia, è sempre l’ebreo il bandolo della matassa. Ed è così da sempre, da quando l’architetto Hiram costruì il tempio per il re Salomone (1 RE, 13-40) generando per iniziazione occulta fino alla massoneria, ovviamente cullata dall’Ordine dei Poveri Cavalieri del Tempio di Hugo da Payns e di (san) Bernardo di Chiaravalle, e imparentata con i Rosa+Croce – che per suo tramite prosegue lungo una catena capace di legare assieme personaggi più strampalati. Così un tecnocrate qui e un sinarchico là, il complotto si alimenta grazie a potenti mezzi messi a disposizione da una cricca autoreferenziale di miliardari che si riuniscono in lussuose località sciistiche per tramare un cocktail e l’altro, e questo periodicamente benchè segretamente (ma tutti sanno orari e menù compresi) Non ci credete? Sta scritto per filo e per segno nei Protocolli dei Savi di Sion. Sono un falso, fabbricato ad arte dalla polizia zarista? Fa parte del complotto ebraico. A questo punto Respinti fa qualche esempio di come viene proposto il complotto ebraico in tutte le versioni o salse varie. Il complotto ebraico giunge in Europa dall’Islam e si incista sulle paure dell’anticristo diffusasi dopo la Riforma protestante. E’ un itinerario descritto bene da Carlo Panella ne “Il complotto ebraico. L’antisemitismo islamico da Maometto a Bin Laden” (pp288; e.19,50, Lindau) Da questo libro emerge qualcosa di fondamentale: l’antigiudaismo, antisionismo e antisemitismo non sono affatto la medesima cosa. L’antigiudaismo configura una critica teologica; l’antisionismo un dissenso politico e l’antisemitismo l’odio razziale. Tuttavia, tutte e tre possono sovrapporsi e confondersi, oppure mascherarsi uno dietro l’altro. Ultimo libro che aiuta districarsi in questa selva di teorie è il “Ritorno dell’antisemitismo” (traduzione italiana pp.214 e.19,50, Lindau) di Gabriel Schoenfeld. Qui Respinti precisa che occorre distinguere bene per non far passare il musulmano nel nuovo ebreo espiatorio, cioè fare un complotto all’incontrario. Si deve evitare di vedere annidato un estremista in ogni avversario. A questo punto Respinti nel suo studio si rivolge all’Occidente.
Il complesso di colpa di certi settori della cultura occidentale per i suoi detrattori interni ed esterni è un invito a nozze, in pratica esiste un locus dove antigiudaismo, antisionismo e antisemitismo si fondono e si amalgano in un unicum in cui seppure sia possibile distinguere ancora logicamente i tre fenomeni, sia sul piano culturale che quello materiale. Ognuno di essi è strumento degli altri. Questo locus è l’islam che si innesta sulle ubriacature intellettuali occidentali, generando un ibrido spaventoso: il complottismo, una creatura alla Frankenstein prodotta dalla simbiosi fra una ragione che ha perduto la bussola (dubitando che il reale sia quel che è ed elabora “certezze” alternative) e il sollievo provato dalla scoperta di un capro espiatorio.
E così noi occidentali incapaci di affrontare il male e il fideismo islamico, ci scagliamo con odio contro l’ebreo e il suo discendente e alleato cristiano. Pertanto, “l’apparente carattere reazionario del complottismo è insomma nella realtà la quintessenza del progressismo”., in pratica si tratta di una filosofia lasciata a se stessa, che non ragiona più sul reale, ma che invece si costruisce un reale di comodo. Nicolas Gomez Davila, grande pensatore conservatore colombiano, non si è mai vergognato di dirsi reazionario, “ricordava che il cattolico non può essere antisemita perché al popolo eletto si deve il concetto di persona fondante la cultura occidentale giudeo-cristiana, se il giudeo-cristianesimo non è un’astrazione, se il Catechismo della Chiesa cattolica, Compendio compreso, parla chiaro sui ‘fratelli maggiori’ e se l’illuminismo sfoggiava razzismi a go-go, hanno ragione da vendere Pipes, Schoenfeld e Panella a puntare il dito sullo scellerato patto antisemita e antioccidentale fra progressismo euro-americano e fondamentalismo islamico”.
DOMENICO BONVEGNA
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