Vendite al dettaglio. Specchio di un’economia ferma

I dati Istat sulle vendite al dettaglio del mese di luglio (1), fanno sapere che sono invariate per valore rispetto al mese precedente, mentre il volume è in leggero calo (-0,2%). Vuol dire che i consumatori spendono di più per le medesime quantità di prodotti: calano gli acquisti di alimentari sia in valore che volume, mentre crescono i non-alimentari. A luglio l’acquisto di cibo – specchio della quotidianità più di qualunque altro prodotto – diventa determinante per significare la situazione: un’economia ferma.

Al momento non vediamo proposte o avvio di leggi o comportamenti che indichino una diversa tendenza. “Si tira a campa’”, detto in modo popolare.

Il mese in corso di settembre comporta più spese per i consumatori: la scuola, il rientro – per chi s’è potuto concedere la partenza – per il quale bisogna spendere ed investire di più, l’aumento dei prezzi così come indicato dall’inflazione sempre in crescita. Il contesto che vede la fiducia dei consumatori in calo, verso privati e istituzioni, dove queste ultime barcollano tra  crisi economiche e politiche internazionali (dazi Usa e guerre in corso che in qualche modo ci coinvolgono economicamente).

Diamo per buono che questo sia un periodo di transito e difficoltà essenzialmente oggettive, ma dove sono le politiche per superarle? Non è questione di governo buono e opposizioni cattive o viceversa. Viviamo di rendita con tendenza al peggioramento: si pensi alle non-politiche industriali – produzione sempre in calo – ed energetiche – incertezza delle scelte e prezzi in crescita. Crescono le persone occupate, ma diminuiscono quelle che cercano lavoro (non certo perché vivono di rendita, ma perché si adattano in quello che si chiama “nero”).

 

1 – https://www.aduc.it/notizia/vendite+al+dettaglio+calo+luglio+istat_141485.php

 

 

Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc