MERLETTO DI SANSEPOLCRO: INTRECCI DI STORIE E TRADIZIONI

Da oltre un secolo il borgo toscano è luogo d’eccellenza per la lavorazione artistica del merletto…

Nel cuore della Valtiberina toscana, Sansepolcro custodisce una tradizione artigianale che affonda le sue radici nel passato e continua a raccontare storie di pazienza e creatività: si tratta del Merletto a fuselli, una raffinata lavorazione del filo tramandata di generazione in generazione. A testimonianza di questa importante tradizione, il borgo ospita lo “Spazio del Merletto”, un piccolo ma prezioso museo dedicato alla trina a fuselli, dove è possibile ammirare disegni su cartone, cataloghi di merletti e ricami, prove di realizzazione, materiali originali e tanto altro. 

Il Merletto di Sansepolcro racconta una lunghissima storia fatta di abilità artigianale, dedizione femminile e passione per una tradizione unica che da secoli incanta il mondo. Nato agli inizi del XX secolo grazie all’iniziativa delle sorelle Adele e Ginna Marcelli, questo tipo di merletto, conosciuto come “trina a spilli”, è frutto di un antico sapere che unisce storia, cultura e abilità manuali. Le sorelle Marcelli, studiarono attentamente diversi modelli provenienti dall’Italia, dalla Francia e dalle Fiandre, rielaborandoli fino a sviluppare un metodo originale e riconoscibile. Nel 1900, grazie anche all’aiuto del padre che costruì il particolare supporto in legno per il tombolo, Adele e Ginna fondarono la Premiata Scuola di Merletto a Fuselli. Iniziarono con una trentina di artigiane, ma ben presto il numero crebbe notevolmente fino ad arrivare ad un centinaio di merlettaie e coinvolgendo oltre mille lavoranti a domicilio della zona della Valtiberina. Tutti i disegni erano realizzati da Domenico Petri, marito di Ginna, e si caratterizzavano per motivi raffinati come trine a vasi, a ciocche, a burattini, la foresta e l’albachino. Questa eccellenza artigianale venne presto riconosciuta anche a livello internazionale, guadagnando numerosi riconoscimenti e medaglie d’oro in esposizioni europee e americane.

Secondo alcune tradizioni locali, le radici del merletto a Sansepolcro affondano ben prima del Novecento: si ipotizza infatti che la lavorazione dei fili a scopo decorativo fosse già diffusa nel territorio durante il Medioevo, quando in Toscana si parlava di “Merletto alla Medici. Questo termine richiama lo stile raffinato e ornamentale che si sviluppò alla corte fiorentina tra il XV e il XVI secolo, periodo in cui l’eleganza del tessuto e la ricercatezza dei dettagli diventavano espressione di prestigio e status sociale. Anche se le fonti storiche dirette non sono molte, è plausibile che a Sansepolcro, città colta e mercantile, crocevia tra Toscana, Umbria e Marche, le influenze delle corti rinascimentali si siano intrecciate con saperi locali, dando vita a una cultura tessile già radicata nei secoli precedenti. In particolare, è possibile che forme rudimentali di trina o ricamo fossero praticate nei conventi femminili o tra le nobildonne, come attività di formazione domestica e spirituale. Questa antica familiarità con il filo e il tombolo avrebbe poi trovato nuova linfa nei primi anni del Novecento, grazie all’intuizione delle sorelle Marcelli, che trasformarono un sapere diffuso e frammentario in un linguaggio artistico strutturato, riconosciuto ben oltre i confini locali.

Al di là delle credenze, è un dato di fatto che il Merletto ha attraversato secoli di storia per arrivare fino ai giorni nostri e questo lo si deve anche all’Associazione “Il Merletto nella città di Piero”, fondata nel 1996 proprio con l’obiettivo di promuovere la lavorazione e di diffondere la pratica del ricamo. Nello stesso anno, il Comune di Sansepolcro, inaugurò lo “Spazio del Merletto”, un piccolo museo dedicato alla conservazione e all’esposizione di trine, disegni, cataloghi, strumenti e documenti originali della scuola Marcelli.

Il merletto di Sansepolcro non è soltanto un’eccellenza dell’artigianato locale, ma un autentico patrimonio culturale che racconta la storia di una comunità, il talento delle donne che lo hanno custodito e la bellezza di un sapere antico. La sua evoluzione, dalle prime trame medievali fino all’opera innovativa delle sorelle Marcelli, testimonia un legame profondo tra tradizione, territorio e creatività. Oggi, grazie all’impegno di associazioni e istituzioni locali, questa arte vive ancora, trasmessa alle nuove generazioni e valorizzata come espressione d’identità. Visitare Sansepolcro significa anche questo: lasciarsi affascinare da un filo sottile che, intrecciandosi, unisce il passato al presente con grazia, precisione e memoria.