
Un denominatore comune nella guerra di Israele contro Hamas è il continuo attacco dei Media a Israele e all’IDF. Forse non si è capito, o non si vuole capire, che a Gaza si sta combattendo una guerra, dove scientificamente i criminali terroristi di Hamas, tengono in ostaggio la popolazione civile. Hamas sapeva benissimo che dopo il barbaro attentato del 7 ottobre 2023, l’esercito israeliano avrebbe risposto con tutta la forza militare possibile. Quasi ogni giorno assistiamo a notizie che raccontano come l’IDF ha colpito scuole, ospedali, ferito giornalisti, con i più raccapriccianti dettagli, e questo ovviamente senza mai spiegare il contesto completo di una data situazione e ovviamente senza indicare la fonte. Combattere una guerra come quella di Gaza, è quasi impossibile non fare degli errori, per la verità sono stati abbastanza contenuti, visto che si combatte tra i civili e che i terroristi non si fanno nessun scrupolo se poi a causa della loro ostinazione vengono poi colpiti donne e bambini.
Le notizie vengono date con lo specifico proposito di screditare quanto più possibile l’IDF agli occhi della opinione pubblica e vengono date come ” fotogrammi”, sequenze frammentate, estrapolate da contesti molto più ampi che però non vengono mai indicati e chiariti. In pratica i terroristi tengono in ostaggio anziani, donne e bambini, eppure il mondo è preoccupato che i terroristi continuino a ricevere gli aiuti di cui hanno bisogno per sopravvivere, piuttosto che dire: “se non restituisci gli ostaggi, non riceverai alcun aiuto!”. “I terroristi di Hamas si vestono da civili, sparano da scuole e ospedali, massacrano i civili che si rifugiano nelle aree sicure messe a disposizione dalle IDF e, nonostante tutto, un tasso di vittime civili incredibilmente basso in una guerra incredibilmente lunga, che continua SOLO perché Hamas e l’ONU si rifiutano di fermare la guerra e restituire gli ostaggi”.
Esagerazione? Non credo. Com’era prevedibile il bombardamento della Chiesa Sacra Famiglia di Gaza City ha innescato una serie di condanne. Israele apre un’indagine ed esprime rammarico per la perdita di vite innocenti. Dopo aver riportato la dichiarazione del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Marco Respinti in un fondo su Libero di oggi commenta la notizia (Colpita per errore la parrocchia di Gaza, 18.7.25, Libero.it) “bisogna capire – ha detto Pizzaballa – cosa sia accaduto, cosa si deve fare, soprattutto per proteggere la nostra gente, naturalmente cercare di verificare che queste cose non accadono più […]”. Respinti sottolinea una verità evidente: “Mai nessuno ha infatti sentito gruppi terroristici e Stati canaglia dire che la distruzione di chiese, sinagoghe, moschee e templi con i fedeli ammazzati dentro è stato un errore. Vladimir Putin bombarda le chiese ucraine e i loro fedeli per disumanizzare gli ucraini. Xi Jimping storpia luoghi sacri e ne tortura i credenti di proposito, non per errore. Solo gli israeliani sbagliano come tutti e si scusano come nessuno fa”. Poi Respinti riporta anche le parole dell’ambasciatore israeliano a Roma, Jonathan Pled, su X: “Israele sta conducendo una guerra di estrema complessità contro un’organizzazione terroristica sanguinaria che, in spregio a ogni principio umanitario, si scherma dietro la popolazione civile di Gaza in scuole, ospedali e luoghi di culto. Israele non intende arrecare danno a chiese o altri siti religiosi […]”. Pertanto, sono in corso indagini per capire cosa e come è successo.
Quanto a noi, non si può fingere che autorevoli esponenti di Israele non abbiano detto niente, anzi. Intanto ci segnala Andrea Morigi, sempre su Libero (16.7.25) che i poliziotti della moderata ANP di Abu Mazen sono come i terroristi di Hamas, “Di giorno vestono la divisa delle forze di sicurezza della Cisgiordania e di notte vanno a uccidere ebrei con le Brigate dei Martiri di Al Aqsa”. In pratica, secondo Morigi, “Abu Mazen non vede l’ora di sostituirsi ad Hamas a Gaza. In fin dei conti gliel’avevano portata via con un colpo di mano. Peccato che il corpo di polizia dell’Autorità Nazionale Palestinese e le Brigate dei Martiri di Al Aqsa siano ormai indistinguibili per la loro contiguità e complicità nell’attività terroristica contro Israele, come riporta il recente studio Forze di Sicurezza di giorno e combattenti suicidi (terroristi) di notte, a cura di Palestinian Media Watch, che monitora i mezzi d’informazione di lingua araba nei Territori”. Morigi ricorda che Abu Mazen è considerato l’interlocutore principale di Capi di Stato e di governo, “presentarsi alla comunità internazionale come un’alternativa credibile ai tagliagole di Hamas è un’impresa se le modalità di azione sono ambigue e del tutto similari rispetto a quelle utilizzate dai rivali”.
DOMENICO BONVEGNA
dbonvegna1@gmail.com