John Elkann si prepara a vendere Iveco Defence e Maserati. I sindacati: «Fa cassa anziché investire». Cessione per 1,5 miliardi. Interessati Leonardo e Rheinmetall. L’alzata di scudi dei sindacati: «Spezzare il gruppo, un errore». Stellantis smentisce: «Maserati non è in vendita»…
Corriere della sera
Anche se vivo dall’altra parte del mondo, continuo a credere disperatamente nell’Italia. È per questo che non sopporto John Elkann che dell’Italia se ne frega. Non gliene importa nulla, il cuore l’ha in qualche banca olandese, l’anima sicuramente è ben custodita nella cassaforte di qualche paradiso fiscale. Il cervello… non ci è dato di sapere.
Suo nonno, il grande Gianni Agnelli, che fino a cinquant’anni ha pensato (con enorme successo) più alla figa che all’azienda, spacciato per un grande imprenditore è stato soltanto bravo, bravissimo a ciucciare dalla tetta dello Stato. L’ha fatta pagare ai contribuenti la cassa integrazione e lui s’è tenuto gli utili. Per chi non l’avesse ancora capito, oltre a tante donne bellissime, ha trombato anche noi.
Però, gli va riconosciuto, era legato alla Fiat e ai gloriosi marchi che nel tempo aveva collezionato. Aveva un profondo rispetto per Ferrari. Perché faceva grandi macchine ma soprattutto perché c’è stato un periodo in cui lo facevano vincere. E a lui piaceva vincere. Juventus e Ferrari, ha passato delle belle domeniche. Maserati, invece, era come un bel vestito. E a lui piacevano i vestiti. Nata il primo dicembre del 1914, Maserati ha avuto agli albori un prezioso palmares in campo sportivo. Poi s’è dedicata esclusivamente alla produzione di auto di lusso con l’anima sportiva.
Ora, John, il nipote che riteneva più sveglio (l’altro era Lapo, bella gara), non il prediletto che era stato Giovannino (figlio di Umberto), morto troppo giovane purtroppo, ha deciso di mettere in vendita senza alcun rispetto per quel mito italiano, oltre all’Iveco, pure il grandissimo marchio della Maserati. Così il sogno di molti italiani diventerà cinese. E se la Cina la vuole comprare è perché sanno che il tridente ha ancora un grande mercato.
La morale è che il succedaneo dell’Avvocato, dopo aver promesso investimenti, vende per fare cassa. A lui dell’Italia che gli importa.
Nicola Forcignanò