LOTTA DI CLASSE: GIUSEPPE CONTE BACIATO DAL VIRUS

Un breve pensiero sul nostro premier che, negli ultimi giorni, i fatti della vita hanno raccolto da un bilancio fallimentare, perché nella sua manifesta incapacità ha trascinato l’Italia nel baratro di una crisi economica disastrosa, per trasformarlo – senza vergogna – addirittura in una copia di Wiston Churchill.

L’emergenza e una pandemia sembrano aver cancellato la sua inadeguatezza in uno statista.

 

Ha avuto vita facile, Giuseppe Conte, aiutato da un’opposizione impreparata e priva di strumenti economici, che un giorno voleva chiudere tutto e il giorno dopo aprire tutto, che in pochi giorni, oltrepassando i limiti del ridicolo, chiedeva interventi da 10 miliardi, no è meglio 15, ma forse 25 potrebbero bastare.

Per capire quanto fosse superficiale e economicamente analfabeta la loro proposta.
Fortuna sua, gli italiani sono brava gente, che davanti a una sciagura sono capaci di ricordarsi di mettere tutti e il Paese prima di ogni cosa. Di dimenticare la cialtronaggine di una politica improvvisata e ignorante. Un’Italia che nemmeno più s’incazza a sentire un poveretto come Di Maio dire: ci salverà la cultura.

Che non insorge quando un Casalino, anima nera del governo e della Casaleggio, mette a rischio la sicurezza del Paese divulgando in anticipo il contenuto di un decreto e mettendo di fatto un esercito di “untori” verso il Sud d’Italia.
Ora non è tempo delle polemiche. Ci mancherebbe solo una crisi di governo a questa povera Italia. Non è tempo per chiedere a Zingaretti e Renzi come possano non vergognarsi di continuare a dare vita a un governo del quale sono responsabili. Di chiedere a Pd e IV il conto di questa situazione.
Ma verrà un giorno che di tutte queste cose dovremo parlare.

Nicola Forcignanò