Fallimento IDB: le conseguenze per i risparmiatori

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Una brutta notizia per quei risparmiatori danneggiati dallo scandalo diamanti da investimento che attendevano ancora un risarcimento. Intermarket Diamond Business Spa (I.D.B. Spa) è fallita. In attesa di conoscere i tempi per l’insinuazione al passivo, Confconsumatori continuerà l’attività di tutela dei propri associati nei confronti degli Istituti di Credito, dai quali auspica ci sia massima collaborazione. Inoltre, chi ha lasciato i diamanti in custodia a IDB dovrà rivendicarne la proprietà.

 

IL FALLIMENTO – Il Tribunale di Milano, con sentenza n. 41/2019 del 10.1.19 ha dichiarato il fallimento della società Intermarket Diamond Business Spa (I.D.B. Spa), società che, come noto, era già stata pesantemente sanzionata dall’AGCM insieme agli Istituti di Credito Banco B.P.M. Spa e Unicredit, tramite i quali aveva venduto diamanti da investimento ai risparmiatori. Confconsumatori da tempo sta conducendo una ferma battaglia per la restituzione, in via stragiudiziale o, nei casi in cui questa è risultata impercorribile per indisponibilità dell’Istituto di Credito, in via giudiziale, delle somme investite dai risparmiatori che sono stati indotti ad acquistare diamanti. Il fallimento di I.D.B. Spa avrà necessariamente conseguenze sulle azioni stragiudiziali e giudiziali finora intraprese.

 

LE CONSEGUENZE – A seconda dei passi già compiuti dai consumatori coinvolti fino ad oggi si configurano due prospettive:

  • Per i risparmiatori ancora fermi alla sola richiesta stragiudiziale di composizione della controversia, si continuerà ad insistere nel tentativo di soluzione nei confronti del solo Istituto di Credito: in caso di impercorribilità di soluzione transattiva, si procederà con un’azione civile;
  • Per i risparmiatori per i quali risulta già pendente causa civile, il fallimento di I.D.B. Spa comporterà, invece, l’interruzione della causa attualmente pendente e la necessità di una riassunzione nei soli confronti dell’Istituto di Credito coinvolto.

In entrambi i casi, però, sarà necessario intraprendere preventivi giudizi di rivendicazione della proprietà delle pietre preziose per i soli risparmiatori che non ne hanno il possesso, avendo, all’epoca dell’investimento, deciso di lasciare le stesse in custodia presso la società fallita.

 

Confconsumatori, dunque, nel rilevare il pesante aggravio di difficoltà e l’inevitabile aumento dei tempi di recupero delle somme versate dai risparmiatori, auspica una collaborazione verso la restituzione dei capitali investiti in diamanti anche da parte di Banco B.P.M. Spa, unico Istituto di Credito finora rimasto lontano dalle posizioni tenute dalle altre banche coinvolte nella vicenda. Per ulteriori informazioni rivolgersi agli sportelli di Confconsumatori http://www.confconsumatori.it/gli-sportelli-di-confconsumatori/.