 
Istat stima (1) che a ottobre l’inflazione cali di 0,3% sul mese precedente, ma cresca di 1,2% rispetto ad un anno prima. In un contesto di rallentamento dei prezzi energetici, alimentari e trasporti. Il carrello della spesa, sempre su base annua, va da +3,1% a +2,3%.
Niente di particolarmente allarmante o incoraggiante. Una stabile stagnazione economica in un Paese, però, che avrebbe bisogno di scosse che quantomeno facessero intendere che stiamo andando verso l’attenuazione dei maggiori problemi: bassa produzione industriale, crisi alloggi, disoccupazione giovanile, aumento della povertà, crisi demografica, incertezze energetiche, salari fanalino di coda di Ue e Ocse. Tutte questioni in cui è la politica che dovrebbe intervenire ma che, allo stato dei fatti – legge di bilancio e ddl concorrenza – non sembra andare oltre il galleggiamento.
I politici, di governo e opposizione, si insultano convinti che per questo acquisiscano più credibilità economica e prestigio nazionale ed internazionale. Mentre i fatti danno in mostruoso calo la fiducia degli italiani verso le istituzioni: il campanello d’allarme dei sempre meno elettori che vanno a votare, viene ignorato e sostituito dai festeggiamenti per essere i più scelti della minoranza: dopo le pessime performance di partecipazioni alle elezioni regionali di Marche, Toscana e Calabria, si prospetta il peggio per le prossime di Campania, Veneto e Puglia.
L’economia è una sorta di optional. Soprattutto nel dar fiato a liberalizzazioni senza le quali non si fa altro che foraggiare rendite di posizione, aumento della povertà e calo della felicità.
1 – https://www.aduc.it/notizia/inflazione+cresce+si+base+annua+istat_141664.php
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc


 
		 
		