Le incongruenze della bolletta dell’energia elettrica

La bolletta dell’Energia Elettrica è da sempre uno dei rebus più complicati che l’ingegno umano abbia mai partorito, secondo le malelingue forse proprio allo scopo di renderla illeggibile ai più.

Recentemente abbiamo pubblicato un articolo nel quale abbiamo evidenziato il fallimento delle tariffa bioraria introdotta dal GSE. Lo scopo di questa tariffa era di farci risparmiare consumando energia nelle fasce orarie notturne e festive, ma la poca differenza di prezzo l’ha resa di fatto inutile. Oggi vogliamo invece soffermarci su un altro aspetto, ovvero il criterio di calcolo, in bolletta, del dovuto per i consumi.

Le tariffe dell’energia elettrica sono fissate dall’Autorità garante per l’energia ed il gas (AEEG) su base annua, a fasce di consumo. In realtà però la fatturazione è riferita al bimestre, quindi l’effettivo calcolo dei consumi in bolletta non avviene utilizzando queste tariffe ma quelle che derivano dalla "conversione" delle tariffe annuali in tariffe bimestrali. Più precisamente il calcolo avviene sulla base del "criterio pro-quota giorno", rapportando il calcolo a 60 giorni, come attualmente previsto Delibera AEEG 301/2012 art.10.10.

Non mettiamo in dubbio che questo sia un criterio ragionevole dal momento che la bolletta non è annuale. Ma, proprio perché la delibera parla espressamente di consumo annuale sarebbe presumibile che a fine anno venisse eseguito un conguaglio con i consumi effettivi annuali. Altrimenti l’AEEG si sarebbe dovuta limitare a pubblicare, anziché tariffe annuali, tariffe pro-quota giorno. Naturalmente nessun conguaglio viene fatto.

Ciò può determinare un aggravio di costi per l’utente. Considerando infatti che i consumi di una normale famiglia NON sono costanti nell’arco dell’anno, è facile, soprattutto nei mesi "di picco" (pieno inverno e piena estate), che gli stessi eccedano la media annuale e che quindi si vada ad intaccare una fascia di costo molto più alta.

Prendiamo a riferimento l’utente tipo con contratto a 3Kw, consumi annui pari a 2700 Kw, residente e servito in regime di "maggior tutela" e usando le tariffe in vigore nel secondo trimestre 2013 (tasse escluse), abbiamo questa situazione:
dal 1° a 1800° kWh/anno si pagano 12,98 centesimi/kWh; dal 1801° al 2640° 18,52 c€/kWh; dal 2641° al 4440° 24,89 c€/kWh; dal 4441° in poi 29,56 c€/kWh.