Tutto il mondo in passerella alla Torino Fashion Week

Domenica 30 giugno continua il giro del mondo alla Torino Fashion Week. La quarta giornata di sfilate all’ex Borsa Valori di via San Francesco da Paola 28 è tutta dedicata agli stilisti internazionali selezionati di Enterprise Europe Network, la più grande rete europea a supporto delle piccole e medie imprese orientate ai mercati esteri. 

 

Alle 17 si comincia con le fantasie multicolore degli originali burkini di Munamer, realizzati dalla trevigiana Chiara Taffarello che, dopo aver conosciuto da vicino in Pakistan la cultura musulmana, dal 2016 disegna costumi da bagno “modest” per donne che amano la vita, i viaggi e lo sport, senza rinunciare alle proprie tradizioni. A seguire, sale in passerella il lusso non convenzionale delle collezioni per uomo e donna di Rockoel, fondato nel 2013 da Joe Oxford: uno stile che diserta ogni regola, prendendo spunto dal tradizionale e dal contemporaneo, ed è il risultato di uno scioglimento culturale che mantiene però un’eleganza classica, ma riconoscibile al primo sguardo. K Couture è il marchio di Vusy Majale, dal Sudafrica, che spazia dagli vestiti da sposa e da cerimonia ad un prêt-à-porter chic per la vita di tutti i giorni, mentre gli abiti effetto 3D che sembrano sculture Chetanveena Fashion Couture House Pvt Ltd sono fatti a mano in India. Chiude la prima sessione l’israeliana Adi Karni Vagt, che gioca con ricami e strutture tridimensionali e si ispira all’Art Nouveau.

È ancora un brand italiano a lanciare la seconda sfilata alle 21: l’Atelier Barbara Montagnoli di Crema (Milano) arriva dalla migliore tradizione italiana dell’alta sartoria per donna che ha fatto dell’attenzione al dettaglio la sua cifra stilistica. Si sale a nord con Boxerinblue, della designer olandese Wendela de Goederen, e la sua linea di costumi da bagno retrò che celebrano le forme femminili e al tempo stesso proteggono il corpo dal sole con il loro tessuto. La regale bellezza delle creazioni di Huda Negassi (Stati Uniti) torna anche quest’anno a illuminare le passerelle: Huda significa “nutrimento” o “guidato verso la perfezione” e Negassi, deriva da Negus, un nome dalla radice semitica etiopica che significa “regnare”, per abiti degni di una regina di stile. Sono piccoli gioielli anche le borse realizzate con il tradizionale tessuto geometrico Kuba dal brand belga Zagapali così come la collezione prêt-à-porter ispirata alla Sicilia che lega moda, architettura e design, di Aurora Leopardi. Sono impreziositi da inserti e pietre i cappotti componibili dalle tonalità variopinte di Anna Benaglia di Nynabè, che anticipa il gran finale con l’esotica opulenza dei look di Farzaneh, dal Regno Unito, influenzata dalle proprie origini persiane e dalla formazione occidentale.

Sul palcoscenico di Torino Fashion Match (Palazzo della Luce, via A. Bertola 40) si parlerà, invece, di Fashion Tech: la digitalizzazione obbliga stilisti e aziende ad adeguare il passo ai ritmi del nuovo Millennio e sono sempre di più le nuove realtà imprenditoriali che, grazie all’analisi dei dati in rete e all’utilizzo dell’intelligenza artificiale applicata ai sistemi di personalizzazione dei prodotti, stanno trasformando il settore. Porteranno la propria esperienza Marco Gorini (ISO Technical Committee on Innovation Management), gli avvocati Valerio Capasso ed Emanuela Bianco di Saglietti Bianco Law Firm, l’ex top model di Armani e fondatrice del marchio A Coded world Bali Lawal, Seçil Uğur Yavuz (Università di Bolzano), Serena Taglioli e Alessandra Perlino di DressCoders, la stilista Adi Karni Vagt, Nour El-Mohri (Taam Media), il coordinatore di eBIZ 4.0 Project Enrique Montiel (COSME European Program) e Federica Montelli di Rinascente Torino.