San Silvestro ha preso il posto di Giano e di Marte

Nell’antica Roma, il calendario agricolo e civile iniziava il 1 marzo, legato alla primavera e alle attività di semina, mentre dal 46 a.C. con la riforma di Giulio Cesare il Capodanno si spostò al 1 gennaio, allineando meglio il ciclo solare. La notte dell’ultimo dell’anno è oggi detta di San Silvestro, papa dal 314 al 335 d.C., che morì appunto il 31 dicembre 335 a Roma.

Il calendario romano originario, attribuito a Romolo, contava 10 mesi da marzo a dicembre, con marzo come inizio per simboleggiare la rinascita primaverile e onorare Marte, protettore della terra e dio della guerra. Fino al 46 a.C., febbraio chiudeva l’anno, e il 1 marzo segnava festività come il rinnovamento del fuoco di Vesta, la dea romana del focolare domestico, del fuoco sacro, della casa, della famiglia e dello Stato romano.

La riforma del calendario giuliano consolidò una data già in uso per l’entrata in carica dei magistrati, ma influenzò indirettamente le feste religiose pagane e successive cristiane allineandole meglio al ciclo solare. Questo cambio non alterò immediatamente le date delle festività romane, legate a calende e idi, ma facilitò l’integrazione cristiana, come il 1 gennaio associato alla Circoncisione di Gesù (8 giorni dopo il Natale del 25 dicembre). Impatti maggiori emersero secoli dopo con lo scarto del calendario giuliano, risolto dal gregoriano nel 1582 per correggere feste mobili come la Pasqua.

Le festività romane, come Matronalia (1 marzo) o Calende di Marzo, persero il ruolo di inizio anno ma mantennero date fisse nel calendario giuliano, migliorando l’allineamento stagionale per riti agrari dedicati a Marte o Giano bifronte. Il 1 gennaio, Calende di Giano, divenne centrale per scambi di doni e rinnovamento, precursore di tradizioni cristiane di fine anno. Lo spostamento risolse le confusioni degli anni intercalari precedenti, stabilizzando il calendario liturgico romano.

Nel IV-V secolo, il 25 dicembre (Natale di Gesù al posto del Sol Invictus) e il 1 gennaio (Circoncisione) si imposero in Roma, sovrapponendosi a Saturnali e Calende. Il Capodanno di Giulio Cesare favorì questa cristianizzazione senza spostare date religiose. Fino al Medioevo, varianti locali di inizio d’anno (esempio il 25 marzo per l’Annunciazione) coesistettero, ma papa Innocenzo XII nel 1691 fissò universalmente il 1º gennaio come festa della Circoncisione.

Lo scarto giuliano (11 minuti ogni anno) causò ritardi: la Pasqua slittava dalla primavera, inducendo Gregorio XIII a introdurre il suo nuovo calendario, che saltò 10 giorni nel 1582, preservando le regole stabilite dal Concilio di Nicea I nel 325 d.C. (cioè con la Pasqua che cade nella prima domenica dopo il plenilunio equinoziale). Chiese ortodosse mantennero il giuliano per liturgia, causando differenze (Natale 7 gennaio, Pasqua tra 4 aprile-8 maggio gregoriano).

Comunque sia… Buon anno nuovo a tutti.

 

Gian Luigi Corinto, docente di Geografia e Marketing Agroalimentare Università di Macerata, collaboratore Aduc