PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI: UN TUFFO NELLA NATURA AUTENTICA DELL’APPENNINO

Abeti secolari, boschi di faggio, aceri e olmi si alternano a radure popolate da grandi mammiferi e un centinaio di specie nidificanti: è questo lo straordinario paesaggio che accoglie i visitatori del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, uno dei polmoni verdi più importanti d’Italia. Facilmente raggiungibile da Firenze, in questo paradiso terrestre la natura si esprime nel suo linguaggio più autentico, offrendo scenari incontaminati e una biodiversità sorprendente. Con 600km di sentieri tracciati, questa oasi naturale rappresenta una meta ideale per gli escursionisti e gli amanti della natura. 

Nel cuore dell’Italia centrale si estende un tesoro naturale unico: il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Un luogo dove la natura si manifesta in tutta la sua maestosità, e dove tradizioni, miti e paesaggi incontaminati si fondono in un’armonia perfetta, capace di raccontare storie senza tempo. La sua area, che si estende per circa 36.000 ettari e comprende i territori delle province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze, è un autentico santuario di flora e fauna: custode di alberi millenari come il faggio di Campigna e la quercia di San Paolo, e casa di grandi mammiferi come cervi, daini, caprioli, cinghiali, mufloni e, persino, del più grande predatore del parco: il lupo, tornato a popolare queste terre dopo secoli di assenza.

A testimonianza dell’eccezionale varietà di ambienti presenti, il Parco conta circa un centinaio di specie nidificanti. Tra i suoi ospiti alati si possono ammirare sia specie tipiche dell’Europa centrale, come il rampichino alpestre e il ciuffolotto, sia uccelli caratteristici dell’area mediterranea, come la sterpazzolina e lo zigolo nero. L’estesa foresta d’alto fusto, tra le più antiche e integre d’Europa, offre rifugio a specie particolari che nidificano nelle cavità dei vecchi tronchi, come l’allocco, le cince, il picchio muratore e persino il rarissimo picchio nero. Sulle rupi più impervie, invece, nidificano i grandi protagonisti del cielo: l’aquila reale, il gufo reale e il falco pellegrino.

Oltre ad uccelli e mammiferi, il Parco rappresenta un habitat fondamentale anche per i pipistrelli di cui si contano circa due terzi di tutte le specie italiane, nonché per gli anfibi (12 le specie presenti), i rettili e numerosi insetti rari.

Le Foreste Casentinesi non sono solo natura, ma anche un luogo che ha ispirato e attratto, santi, poeti, artisti e pensatori: non tutti sanno che proprio da queste antiche foreste fu estratto il legno per realizzare una parte della struttura della cupola del Brunelleschi. Tra i primi a riconoscere il valore inestimabile di questa oasi incredibile, vi furono Sant’ElleroSan Romualdo e San Francesco d’Assisi, che scelsero questi boschi come rifugio per la preghiera, la solitudine e la contemplazione. Molti sono i passi illustri che hanno calpestato questi sentieri, tra tutti spicca quello di Dante Alighieri, profondamente suggestionato dalla cascata dell’Acquacheta, le dedicò un passaggio nel canto dell’Inferno della Divina Commedia. Qualche secolo dopo, un’altra voce poetica, quella di Dino Campana, avrebbe attraversato questi paesaggi, raccontando del suo viaggio nelle pagine dei Canti Orfici.

Oltre alle testimonianze storiche, questo territorio custodisce anche un ricco patrimonio di leggende e misteri. Si racconta, ad esempio, che Leonardo da Vinci abbia trovato ispirazione proprio in questi luoghi per dare forma agli sfondi delle sue opere più celebri, forse persino a quello della Gioconda. Ma non è solo l’arte a intrecciarsi con il mito: antiche leggende popolari narrano di una fata che, in un tempo lontano, si innamorò di un giovane contadino che lavorava nei campi del parco. Il sentimento era ricambiato, ma un crudele incantesimo pesava sulla magica creatura: per tre giorni era una splendida fanciulla, per i successivi tre un grosso serpente, costretta a strisciare tra i boschi. Pur di stargli accanto anche durante la metamorfosi, la fata-serpente seguiva l’aratro del ragazzo, che la accoglieva con amore, consapevole che dietro quel rettile si celava la sua amata. Un giorno, dovendosi allontanare, il giovane affidò i campi al fratello, raccomandandogli di non temere né fare del male al serpente. I primi giorni l’uomo lasciò che l’animale lo seguisse in pace, ma l’ultimo giorno la creatura si accorse che non era il suo amato e, sentendosi tradita, spalancò le fauci in un grido di dolore. L’uomo, spaventato, reagì d’istinto e la uccise. La fata-serpente scomparve per sempre.

Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è un mosaico di natura e cultura, un luogo dove il tempo rallenta e il respiro si fa più profondo. Ogni escursione lungo i sentieri, che sia a piedi, in bicicletta o a cavallo, è un viaggio lento tra silenzi, canti d’uccelli, suggestioni ed apparizioni improvvise che sorprendono occhi e cuore. Firenze, facilmente collegata all’area protetta, è il punto di partenza ideale per scoprire il Parco.