OFFICINA PASOLINI avvia il 2024 con Saverio Raimondo, Bungaro, i VOŁOSI, Andrea Satta, Serena Brancale, Naip, Valerio Desirò, gli attori di SUPERFICIE

Officina delle Arti Pier Paolo Pasolini, il Laboratorio di Alta Formazione artistica e Hub culturale della Regione Lazio diretto da Tosca, avvia il 2024 con un programma particolarmente ricco. Sei eventi dal 17 al 31 gennaio che spaziano dalla musica etnica a quella cantautorale, dal teatro al talk. Sul palco dello storico teatro Eduardo De Filippo si alterneranno nuovi ospiti, come Bungaro e i VOŁOSI, vecchi e nuovi format, da Uno ad Uno di Enrico Deregibus con Andrea Satta al nuovo live podcast di Martina Martorano e Leonardo Parata, che accoglie Serena Brancale, Naip, Valerio Desirò e tanti altri ospiti, fino all’intrigante Robinson Pop-up.

 

Il primo evento nasce dalla collaborazione tra Officina Pasolini e Robinson, l’inserto culturale settimanale di Repubblica, con l’innovativa idea di proporre, mercoledì 17 gennaio,  un vero e proprio “LIVE MAGAZINE” condotto dal comico Saverio Raimondo. Uno spettacolo all’insegna di una grande varietà di contenuti, ricco di musica, parole, video e performance.

 

Giovedì 18 salirà sul palco del Teatro Eduardo De Filippo Bungaro. Il cantautore, artigiano della musica e delle parole, che da oltre trent’anni scrive pagine importanti della musica d’autore italiana e internazionale, presenterà il suo disco Volevo volare con i piedi per terra, accompagnato da Marco Pacassoni al vibrafono, xilofono e percussioni.  Un concerto che, attraverso le canzoni, racconta 30 anni di esperienza artistica e di vita di Antonio Calò, in arte Bungaro, a partire da quando, a soli 9 anni, vince il Festival di Sanremo dei ragazzi sul palco dell’Ariston.

 

Jan Kaczmarzyk (viola), Krzysztof Lasoń (violino), Robert Waszut (contrabbasso), Stanisław Lasoń (violoncello) e Zbigniew Michałek (violino) sono i VOŁOSI (Valacchi, in italiano) che, martedì 23, saranno a Officina Pasolini con il concerto 200 Weeks Ago, che prende il titolo dal loro più recente album. Questo pluripremiato gruppo di World music che arriva dal cuore delle montagne polacche, ha un originale stile musicale che, con le sue improvvisazioni, sviluppando le radici della musica carpazica a cui si ispira, sconfina nel jazz e nel rock.

 

Mercoledì 24 parte un nuovo format: Io non ho mai, ideato da Leonardo Parata e Martina Martorano e da lei condotto. È un live podcast che ospita professionisti di diversi settori, come attori, musicisti, scrittori, performer, sportivi e chef, che si raccontano in un’atmosfera informale, con la partecipazione del pubblico e le incursioni della regia parlante di Leonardo Parata. L’obiettivo è quello di rivelare la vera essenza di questi ospiti, osservarli da un’angolazione diversa attraverso il gioco, lo scambio di ruoli (ognuno si cimenterà con il lavoro dell’altro) e le interazioni con la platea. A questo primo appuntamento parteciperanno Serena Brancale, Naip, Valerio Desirò e altri ospiti da annunciare.

 

Torna, giovedì 25, SUPERFICIE LIVE SHOWAttori sul palco a portata di video, condotto da Matteo Santilli, uno degli appuntamenti più consolidati di Officina Pasolini. Seguito sempre con grande fedeltà dal pubblico, vedrà arrivare nuovi attrici, attori, musicisti e lavoratori del mondo dello spettacolo, e altri ritornare, per esibirsi con monologhi, scene, momenti didattici, canzoni.

 

Il mese di gennaio si chiude mercoledì 31 con gli incontri di Uno ad Uno tra il giornalista specializzato in musica italiana Enrico Deregibus e il musicista Andrea Satta, frontman e autore storico dei Têtes De Bois e anche pediatra nella periferia di Roma. Oltre a parlare della sua lunga vita artistica e professionale, Satta presenterà in anteprima il videoclip del brano Hobo Sapiens, girato da un regista con un passato da clochard e tratto dal suo primo disco solista, Niente di nuovo tranne te,. Accompagnato alla chitarra da Giorgio Maria Candemi, eseguirà alcuni brani dell’album, dodici canzoni che raccontano storie di vite comuni, musicalmente influenzate sia dagli amori per gli chansonnier francesi che per i grandi autori italiani.