Nuovi film potrebbero sostituire la plastica. Biomimica che copia dalla natura

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha guardato sempre più spesso alla natura come fonte di ispirazione per creare materiali innovativi. Finora, gli approcci più diffusi si sono mossi lungo due strade: da un lato la composizione biobasata, cioè l’utilizzo di risorse naturali per sostituire derivati del petrolio; dall’altro la biomimica strutturale, un approccio che riproduce forme e architetture osservate negli organismi viventi. Raramente, però, queste due strategie sono state integrate in un unico processo.

Un recente studio, pubblicato sulla rivista scientifica “PNAS”, ha presentato un progetto unificato che combina entrambe le dimensioni: la compositiva e la strutturale. I ricercatori hanno, infatti, sviluppato un metodo che consente di imprimere il polline di girasole su film di proteina fibrosa (fibroina) di seta rigenerata, ottenuta dai bozzoli del baco da seta. Il risultato è un materiale bio-texturizzato, ampio e uniforme, capace di unire le proprietà chimiche della seta con le geometrie complesse del polline.

Il processo si basa su una tecnica per la quale i granelli di polline vengono trasformati in schemi continui e omogenei, che vengono poi impressi sulla superficie dei film di seta. In questo modo si ottengono texture gerarchiche, cioè strutture ordinate su più livelli, che conferiscono al materiale proprietà uniche.

La fibroina di seta garantisce biodegradabilità e riciclabilità, mentre il polline aggiunge caratteristiche superficiali come resistenza, capacità di autopulizia e interazioni ottiche particolari. Separando e reintegrando gli elementi naturali, i ricercatori hanno creato una piattaforma versatile che può essere adattata a diversi usi.

Il vero valore di questa innovazione sta nella sua sostenibilità. I film multifunzionali offrono una potenziale alternativa alle plastiche sintetiche, riducendo la dipendenza da materiali inquinanti e difficili da smaltire. In un mondo che produce oltre 400 milioni di tonnellate di plastica all’anno, la possibilità di sostituirne anche una parte con materiali biodegradabili rappresenta un importante passo significativo.

Inoltre, la multifunzionalità apre la strada a impieghi in diversi settori: agli imballaggi alimentari, con film che proteggono i cibi e si degradano senza lasciare residui nocivi, ai dispositivi medici, grazie alla biocompatibilità della seta e alle proprietà antibatteriche del polline e alle tecnologie ottiche e elettroniche, dove le superfici possono modulare la luce o migliorare la conduzione.

La ricerca dimostra che non è necessario scegliere tra imitare la natura o utilizzare le sue risorse: si possono fare entrambe le cose, integrando composizione e struttura in un unico materiale. Questo approccio segna un cambio di paradigma nella progettazione dei materiali sostenibili, offrendo un quadro versatile che può essere adattato alle esigenze di diversi settori industriali.

Il polline di girasole e la seta del baco, elementi che appartengono al mondo naturale da millenni, diventano protagonisti di una nuova rivoluzione tecnologica. I film multifunzionali che ne derivano non sono soltanto un esercizio di ingegno scientifico, ma una risposta concreta alla sfida globale della plastica. In altre parole, non si tratta di un materiale “alternativo”, ma di un prodotto capace di fare ciò che la plastica fa e molto di più.

Se questa tecnologia riuscirà a scalare la produzione e a entrare nel mercato, potremmo presto vedere confezioni, dispositivi e materiali quotidiani realizzati con risorse naturali, biodegradabili e riciclabili. Un futuro in cui la natura non è solo fonte di ispirazione, ma anche alleata nella costruzione di un mondo sostenibile.

Il futuro della produzione potrebbe nascere proprio da soluzioni invisibili e microscopiche, come i granelli di polline, capaci di rivoluzionare il modo in cui pensiamo ai materiali di ogni giorno.

 

(Articolo pubblicato sul quotidiano LaRagione del 30 Dicembre 2025)

 

 

Primo Mastrantoni, presidente Comitato tecnico-scientifico di Aduc