La 50a Stagione di prosa del Centro Teatrale Bresciano prosegue con Antonio e Cleopatra

Il genio di William Shakespeare approda a fine gennaio al Teatro Sociale, ad arricchire la Stagione di prosa del Centro Teatrale Bresciano con la messa in scena di Antonio e Cleopatra, per la regia di Valter Malosti.

Raramente rappresentata in Italia, l’opera contiene versi tra i più alti ed evocativi di tutta l’opera del Bardo. Tra il clangore delle armi e gli intrighi della politica, esplode il vitalissimo amore di Antonio e Cleopatra, eroi che eccedono ogni misura per affermare la loro infinita libertà.

Valter Malosti e Anna Della Rosa interpretano il capolavoro shakespeariano, scritto tra il 1607 e il 1608 e che gioca con l’alto e il basso, la storia, l’eros e il potere. Con loro, un ampio cast che vede insieme attrici e attori affermati e giovani talenti.

In scena per la cinquantesima Stagione del Centro Teatrale Bresciano, intitolata Il mondo nuovo, Antonio e Cleopatra sarà al Teatro Sociale di Brescia (via Felice Cavallotti, 20) da mercoledì 31 gennaio a domenica 4 febbraio 2024, tutti i giorni alle ore 20.30, la domenica alle ore 15.30.

Antonio e Cleopatra di William Shakespeare è uno spettacolo di Valter Malosti nella traduzione e nell’adattamento di Nadia Fusini e Valter Malosti. Nel cast, Anna Della Rosa interpreta Cleopatra e Valter Malosti interpreta Antonio; Danilo Nigrelli recita nel ruolo di Enobarbo, Dario Battaglia è Cesare Ottaviano, Massimo Verdastro è nel ruolo dell’Indovino, Paolo Giangrasso è il Messaggero di Cleopatra, Noemi Grasso ha la parte di Incanto, Ivan Graziano interpreta Agrippa, Dario Guidi recita nel ruolo di Eros, Flavio Pieralice è il Messaggero di Roma, Gabriele Rametta è il Soldato di Antonio e Carla Vukmirovic interpreta Ottavia.

Le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Carlo Poggioli, il disegno luci di Cesare Accetta. Il progetto sonoro è di GUP Alcaro, la cura del movimento di Marco Angelilli, Andrea Cauduro è maestro collaboratore e chitarra elettrica live; Jacopo Squizzato e Virginia Landi sono gli assistenti alla regia.

Lo spettacolo è una produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale con Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura.

Antonio e Cleopatra è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Fondazione ASM, Gruppo BCC Agrobresciano e ABP Nocivelli.

Per offrire al pubblico un’occasione di approfondimento dello spettacolo, il Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia propone l’incontro inaugurale del ciclo I pomeriggi al CTB, rassegna giunta alla sua ottava edizione e curata da Lucia Mor, ordinario di Letteratura tedesca dell’Università Cattolica. Giovedì 1° febbraio alle ore 17.00 presso il Teatro Sociale di Brescia, Valter Malosti e Anna Della Rosa dialogheranno con il professor Franco Lonati, docente di Letteratura inglese presso l’Università Cattolica, sul tema “…E allora dovrai cercare un nuovo cielo, e una nuova terra. Eros e competizione amorosa nel capolavoro shakespeariano”. La partecipazione all’incontro è gratuita fino a esaurimento dei posti disponibili.

Valter Malosti si confronta con Antonio e Cleopatra dopo un lungo e appassionato percorso shakespeariano, che ha attraversato tra gli altri gli spettacoli Shakespeare/Venere e Adone (Premio ANCT 2009), Lo stupro di Lucrezia (Premio Ubu 2013 a Alice Spisa), Amleto, Shakespeare/Sonetti prodotto dal CTB, Macbeth.

“I due straripanti protagonisti – spiega Valter Malosti – eccedono ogni misura per affermare la loro infinita libertà. Politicamente scorretti e pericolosamente vitali, al ritmo misterioso e furente di un baccanale egiziano vanno oltre la ragione e ai giochi della politica. Inimitabili e impareggiabili, neanche la morte li può contenere.

Di Antonio e Cleopatra – prosegue il regista – la mia generazione ha impresso nella memoria soprattutto l’immagine, ai confini con il kitsch, e vista attraverso la lente d’ingrandimento del grande cinema (grande davvero vista la regia di Joseph L. Mankievicz) di Hollywood, della coppia Richard Burton / Liz Taylor. Ma su quest’opera disincantata e misteriosa, che mescola tragico, comico, sacro e grottesco, su questo meraviglioso poema filosofico e mistico (e alchemico) che santifica l’eros, che gioca con l’alto e il basso, scritto in versi che sono tra i più alti ed evocativi di tutta l’opera shakespeariana, aleggia, per più di uno studioso, a dimostrarne la profonda complessità, l’ombra del nostro grande filosofo Giordano Bruno: un teatro della mente”. Nel 1580, infatti, Bruno si trovava in Inghilterra: qui recuperò le scienze astronomiche degli antichi egizi e diffuse nella cultura occidentale le sue teorie rivoluzionarie che gli sarebbero poi costate la vita. Ecco quindi che la storia d’amore tra Antonio e Cleopatra permette a Shakespeare di raccontare l’incontro e il conflitto tra Oriente e Occidente, un conflitto politico ma anche scientifico.

Per Antonio conoscere Cleopatra – un “Serpente del vecchio Nilo” che siede in trono rivestita del manto di Iside – è ciò che dà un senso al viaggio della vita, nell’incontro con Cleopatra Antonio nasce pienamente a sé stesso. Quanto a Cleopatra, scrive Nadia Fusini – autrice della traduzione e adattamento dello spettacolo insieme a Malosti –, “oltre che Didone e Iside, è una zingara, è la grande prostituta d’Oriente, un’anticipazione di Isolde, la donna “strana” e straniera dei Proverbi, la “lussuriosa” di Dante, la “fedele” in amore di Chaucer, la puttana di Cesare, e ora l’amante di Antonio. Ma soprattutto, ora, in questo dramma, è la sacerdotessa di un’azione drammatica da cui sgorga ancora e di nuovo l’antica domanda, che già ossessionava Zeus e Era: in amore chi gode di più? l’uomo o la donna? […] e chi ama di più, gode forse di meno? E tra gli amanti, chi riceve di più? […] Sono domande che nella logica dell’economia erotica con cui Shakespeare gioca esplodono con fragore dissolvendo pretese macchinazioni puritane, volte a legiferare in senso repressivo sulla materia incandescente dell’eros”.

Antony and Cleopatra, come ci suggerisce il docente, traduttore e poeta Gilberto Sacerdoti, è un prisma ottico: “Se viene osservato solo di fronte un prisma ottico mostra una sola immagine, e se non si fa un passo a sinistra e uno a destra, le altre due restano invisibili – il che, in caso di verità e segreti della natura che dovrebbero tacere, può venir buono per farli tacere e parlare al tempo stesso. Visto di fronte è dunque la storia di amore e di politica narrata da Plutarco. Visto di sbieco ci spinge a decifrare l’infinito libro di segreti della natura. Per trovare un corrispettivo dell’infinito amore di Antonio bisogna per forza scoprire un nuovo cielo e una nuova terra, e a chi è disposto a lavarsi il cervello col forte vino d’Egitto, Dioniso rivela un mondo che gira proprio come quello che l’umanità si stava preparando a scoprire”.