
Fantasmi si presenta come un’originale riscrittura di due opere, Sgombero e L’uomo dal fiore in bocca: rielaborazione attraverso cui Enzo Vetrano e Stefano Randisi, affiancati sul palco da Margherita Smedile, raccolgono i fili del loro percorso dedicato a Pirandello, che ha attraversato capolavori come I Giganti della Montagna, Il berretto a sonagli, L’uomo, la bestia e la virtù, Pensaci, Giacomino! e Trovarsi.
La produzione teatrale firmata Centro Teatrale Bresciano è andata in scena al Teatro Mina Mezzadri di Brescia tra novembre e dicembre 2023 per la Stagione di prosa dello Stabile intitolata Il mondo nuovo.
La registrazione dello spettacolo curata da Rai, per la regia televisiva di Ariella Beddini, andrà in onda su Rai5 il 20 luglio alle ore 16.15 e, in replica, il 27 luglio alle ore 17.45; dal 20 luglio sarà a disposizione sulla piattaforma Rai Play.
In un gioco di studiate contaminazioni e sovrapposizioni, Vetrano e Randisi intrecciano i fili di questo viaggio nella poetica pirandelliana a dialoghi surreali e citazioni fulminee attinte dal repertorio di Totò e Vicé – personaggi fantastici e poetici del teatro di Franco Scaldati.
Attraverso l’unione dei due atti unici, introdotta da un brano tratto da Colloqui coi personaggi – dove uno dei personaggi nati dalla mente dell’autore parla direttamente con lui, ricordandogli l’assoluto primato dell’arte rispetto alla vita –, si ha la percezione del senso di grande vitalità e di disprezzo del comune pensare che si respira in tutta la drammaturgia di Pirandello, della capacità di irridere e far ridere con amarezza dei vizi e dei paradossi della società. Il risultato è la composizione di una riflessione umoristica e struggente sull’attesa, sulla negazione e sull’accettazione della morte.
In scena, i luoghi delle azioni – prima il teatro stesso in cui verrà rappresentato lo spettacolo, e poi una stazione ferroviaria in cui sembra si sia fermato il tempo per un bombardamento o una calamità naturale – diventano la “stanza della tortura” che Giovanni Macchia (tra i più grandi critici letterari italiani del Novecento) individua come topos costante nei lavori pirandelliani.
Enzo Vetrano e Stefano Randisi portano in scena un lavoro intenso e raffinatissimo, costruito sul sorprendente montaggio tra le plumbee atmosfere di Pirandello con quelle più stranianti di Scaldati. Il risultato è una riflessione profonda sul finis vitae, linguisticamente coerente, ragionata in un clima comico e surreale di prodigiosa intelligenza.