
La nostra è un’economia effimera (1), di facciata e mediatica/propagandistica. Mentre chi ci governa vanta i propri successi, occorre guardarsi in tasca e valutare di conseguenza. Il comportamento dei consumatori questa estate è rivelatore, con diversi imprenditori che vivono di economia estiva che si lamentano perché c’è un regresso rispetto agli anni precedenti. Su cui è opportuno fare la tara, ché gli anni precedenti erano quelli in cui i guadagni erano stati enormi e – conseguenza – oggi questi imprenditori invece di comprarsi il suv da 120mila euro si devono consolare con un Suv da 80mila.
Colpa del governo attuale? Anche, ma non solo. Che se siamo arrivati alla situazione odierna, va considerato che, per esempio, quelli che governano oggi, e quelli di prima, hanno sempre favorito rendite di posizione, assenza di concorrenza e massificazione anche culturale.
Tipica la politica sulle spiagge demaniali: paghiamo multe all’Ue perché da molti anni non abbiamo fatto le aste per la gestione di questi litorali (rimandi e anche carte false), ed oggi i balneari fanno i gradassi con gli ombrelloni (offerte medie non di lusso) anche a più di 300 euro a settimana.
Altra tipicità sono le località turistiche distrutte da overtourism, con offerte economiche da brivido e squallore per prezzi e qualità; con gli amministratori locali di ogni colore politico che cercano solo di razionalizzare l’esistente, anche guadagnando qualche imposta in più.
Questo degrado sta però provocando una reazione da parte dei consumatori che, a nostro avviso, potrebbe essere rivoluzionaria.
Alcuni esempi
Lidi sulle spiagge. I consumatori ci vanno meno e preferiscono le spiagge libere, dove gli amministratori territoriali sono “costretti” a fornire servizi tipo bagnini, docce e pulizia. Queste spiagge significano spazio, libertà, portarsi cibo e bere da casa senza essere guardati storti e boicottati dai boss dei lidi. Significa non essere costretti a litigare con questi boss (che spesso impediscono) per accedere al bagnasciuga che, anche se c’è uno stabilimento balneare, deve essere accessibile da chiunque.
Località turistiche, città d’arte e non solo. I consumatori le considerano per quel che sono realmente: delle Disneyland. Quindi si fermano il meno possibile, consumano il meno possibile merci varie e cibi a prezzi allucinanti e di qualità pessima.
Vacanze e turismo. Sempre meno persone vanno in vacanza: dati reali da considerare, non drogati dalle corporazioni del settore con la lacrimuccia facile, sono quelli della raccolta dei rifiuti nelle città. Il sentore è che questi ultimi siano molti di più, ma aspettiamo i dati post-estivi delle aziende comunali di raccolta, per parlare di dati e non sensazioni.
Trasporti. Mentre le compagnie aeree si lamentano per meno passeggeri, è sintomatico che queste ultime, soprattutto le cosiddette low cost, sono in una fase particolarmente creativa nell’inventare nuove gabelle per succhiare più soldi rispetto a quelli che usano come prezzi-civetta per attirare clienti. Su questo è sintomatico il comportamento della maggiore compagnia in uso in Italia, Ryanair: vanno considerati i metodi di booking e il bagaglio.
Comunque qui siamo ancora in alto mare, così come per il trasporto ferroviario. Complici l’assenza di alternative e concorrenza, oltre il massacrante uso dei veicoli privati su un’infrastruttura viaria pensata 70 anni fa quando i veicoli erano un decimo di ora.
Ma allora, dov’è la rivoluzione, il nuovo turismo, il nuovo viaggio, la nuova socialità, la nuova cultura?
Per ora è un lieve segnale che, per diventare più marcato, in assenza di attenzione e capacità da parte delle istituzioni, può solo contare sul comportamento dei singolo consumatore.
Idea bislacca? Mica tanto.
Si pensi alla partecipazione degli elettori al voto. Sono anni ed anni che i cittadini lanciano messaggi ai politici facendo sempre calare le percentuali di votanti: siete inconcludenti, le vostre promesse sono “da marinaio”, siente incomprensibili e parlate fra di voi, vi interessano solo le poltrone, etc.. I politici ignorano e, complici le leggi elettorali e referendarie che si fanno fra di loro per procrastinare i propri poteri, vanno avanti lo stesso. E il non-voto cresce sempre di più.
Nel settore economico di cui stiamo parlando – il turismo – sembra che stia accadendo lo stesso. Tenetevi le vostre località e spiagge affollate e costosissime, approvate progetti di riconversione del demanio edilizio in luoghi di lusso e consumo sfrenato. Godete coi ricchi emiri e magnati russi che affolleranno le vostre strutture. Nel frattempo, oltre a noi consumatori italiani ed europei, anche i consumatori americani vi stanno snobbando.
Quando si dice che il popolo è meglio della sua cosiddetta classe dirigente… già sentiamo una vocina: “questa classe dirigente è scelta da questo popolo”. Eh no! Sarebbe così se le regole della democrazia non fossero ad uso e consumo di chi ha già il potere.
1 – https://www.aduc.it/articolo/crisi+mezza+estate+fotografia+economia+effimera_39642.php
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc