Com’è dura diventare essere umani dopo la quarantena

Leggo. Perché so leggere. E perché quando stai chiuso in casa non c’è poi di meglio da fare. Cerco di leggere ogni rigo di giornale. E talvolta sorrido, un po’ tristemente, come si fa quando, per mestiere e per passione, si leggono anche tante cazzate.

Nessuno me ne abbia, per favore, ho già i miei problemi. Ma quando leggo articolesse di grandi quotidiani che ci raccontano che quando tutto questo sarà finito, che quando anche l’ultimo maledetto virus su questa terra sarà morto, il mondo si sveglierà e sarà un mondo diverso, un mondo migliore, dove avranno importanza solo valori diversi, rispettosi dell’uomo e di una nuova società pronta a sbocciare come un fiore, bene, io allora rido. Perché le cazzate mi fanno ridere.
Quando, chissà quando, si riapriranno le porte delle case e la gente tornerà sulle strade e tutto ripartirà, sarà come se il video fosse stato messo in pausa per un periodo interminabile.
Ve lo ricordate quel gioco che si faceva da bambini, che si doveva stare fermi immobili come delle statuine? Arivivis, urlava qualcuno e tutti ricominciavano a correre senza ben sapere dove andare.
Ognuno, quel giorno, che sarà meraviglioso, riprenderà il filo della propria vita e continuerà il proprio cammino, Da dove lo aveva lasciato. E nessuno avrà voglia di ricordare i momenti bui, l’isolamento. Quelli che fortunatamente saranno ancora vivi andranno a completare quello che avevano lasciato in sospeso.
E così sarà per tutto il mondo. Per il ristorantino sotto casa e per la grande multinazionale. La parola d’ordine sarà – giustamente – recuperare il tempo e i soldi che la lunga (perché sarà ancora lunga) pausa ci ha portato via. E tutti tireranno madonne rabbiose per tirare avanti. Perché per tutti sarà stato un flagello.
E nessuno si ricorderà più di tutte le belle intenzioni lette in questi giorni. Inutili esercizi letterari, buoni solo per regalare ai lettori dei giornali qualche minuto di speranza, in mezzo a interminabili bollettini di morte. Poi, come per tutte le cazzate, nessuno si ricorderà più di nulla.

Nicola Forcignanò