Centro Teatrale Bresciano: La casa dei Rosmer con Elena Bucci e Marco Sgrosso

Quanto il passato ci guida, quanto ci incatena? Come trovare la forza di essere consapevoli di sé? Esiste felicità senza innocenza? Elena Bucci e Marco Sgrosso rileggono uno dei drammi più significativi di Ibsen, La casa dei Rosmer, componendo un viaggio attraverso le stanze segrete di una casa che diventa simbolo di relazioni, dubbi, inquieti sguardi sul futuro.

In scena per la cinquantesima Stagione del Centro Teatrale Bresciano, intitolata Il mondo nuovo, La casa dei Rosmer. Rosmersholm sarà al Teatro Sociale di Brescia (via Felice Cavallotti, 20) dal 2 al 7 aprile 2024, tutti i giorni alle ore 20.30, la domenica alle ore 15.30.

La casa dei Rosmer. Rosmersholm, da Henrik Ibsen, vede il progetto e l’elaborazione drammaturgica di Elena Bucci e Marco Sgrosso, la regia di Elena Bucci, con la collaborazione di Marco Sgrosso, e l’interpretazione di Elena Bucci nel ruolo di Rebecca West, Marco Sgrosso in quello di Johannes Rosmer e di Emanuele Carucci Viterbi nei panni del Rettore Kroll, Francesco Pennacchia è Ulrik Brendel e Madama Helseth, mentre Valerio Pietrovita interpreta Peder Mortensgaard. Il disegno luci è di Daria Grispino, la drammaturgia e cura del suono di Raffaele Bassetti, la collaborazione al progetto e aiuto regia è di Nicoletta Fabbri, le scene sono di Nomadea, i costumi di Marta Solari, la realizzazione dei costumi e la collaborazione sono di Marta Benini con l’aiuto di Manuela Monti. Lo spettacolo è una produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Metastasio di Prato, Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, in collaborazione con Compagnia Le Belle Bandiere sostenuta da Regione Emilia-Romagna e Comune di Russi.

La casa dei Rosmer. Rosmersholm è realizzato grazie al sostegno di Ministero della Cultura, Gruppo A2A, Fondazione ASM, Gruppo BCC Agrobresciano e ABP Nocivelli.

Il turbolento interno ibseniano, l’austera Casa Rosmer, è la dimora di una famiglia che vanta una centenaria genealogia di uomini di valore – di chiesa, politici, governanti – vissuti secondo i valori della tradizione. Il discendente Johannes Rosmer, ex pastore vedovo, vuole affrancarsi da questo passato abbracciando nuovi ideali che lo mettono in contrasto con l’antico mondo di appartenenza. Ritenuta responsabile di questa inversione di tendenza è Rebecca West, la governante rimasta nella casa anche dopo il misterioso suicidio della moglie di Rosmer.

Elena Bucci e Marco Sgrosso si rivolgono a questo testo del 1886 per trarre le radici delle contraddizioni che viviamo nel nostro presente. Quello ritratto da Ibsen è infatti uno scenario che si ripete nella storia: una politica intessuta di intrighi, prepotenze e menzogne perpetrate sia in nome della conservazione che del cambiamento, rapporti di convenienza travestiti da felicità che si nutrono di ambizione e crimini.

“In questa casa simbolo di continuitàafferma Elena Bucci – i protagonisti cercano di strapparsi al passato, con il suo peso di obblighi, colpe, errori, per proiettarsi in un futuro dove possano sentirsi utili, servire la verità, la libertà. Ma sono loro stessi i primi a tenere in vita i fantasmi che sbarrano la strada. Questa favola cupa, dove relazioni, personaggi e dialoghi solo in apparenza naturalistici scivolano nel simbolico, lascia un imprevedibile spazio all’umorismo, quando si intravedono le paure e le mediocrità di ognuno dei personaggi, che tanto somigliano a quelle di noi tutti. Casa Rosmer è un palcoscenico, è il mondo. Affacciati alla grande finestra del sipario attori, personaggi, pubblico, spiano l’uno nell’altro il futuro”.

“Ciò che rende Ibsen così vicino alla nostra sensibilità – prosegue Marco Sgrosso – non è soltanto la profonda introspezione dei suoi personaggi, ma anche quel simbolismo astratto dei contrasti ricorrenti: luce e buio, perdono e colpa, gioia e dolore, vita e morte. In Casa Rosmer, con una forza ereditata dalla tragedia greca, i morti tornano a condizionare l’esistenza dei vivi, rendendola un continuo esame di coscienza. Gli spettri reclamano nuova vita e si attanagliano ai vivi. E la morte, unico spiraglio verso la pacificazione dello spirito, ha l’aspetto elegante di due cavalli bianchi”.

Per offrire al pubblico un’occasione di approfondimento dello spettacolo, il Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia organizza un incontro nell’ambito della rassegna I pomeriggi al CTB, giunta alla sua ottava edizione e curata da Lucia Mor, ordinario di Letteratura tedesca all’Università Cattolica.

L’incontro si svolgerà giovedì 4 aprile alle ore 17 presso il Teatro Sociale di Brescia: Elena Bucci e Marco Sgrosso dialogheranno con Gerardo Guccini, docente di Drammaturgia all’Università degli Studi di Bologna, sul tema “Dove cercare l’innocenza? Desiderio e fantasmi del rimosso in Ibsen”.

La partecipazione all’incontro è gratuita fino a esaurimento dei posti disponibili.