Biennale Milano: Sgarbi, a scuola si insegni Dante e Petrarca, non la sessualità

‘Polemiche sul rap? Per me la musica è Mozart, Puccini, Verdi’…

“Sostengo da sempre che dove c’è arte e sensibilità non può esserci violenza. A scuola si deve insegnare la bellezza, la poesia, la letteratura e la pittura, non i sentimenti o la sessualità. Si deve insegnare Manzoni, Dante, Petrarca e Leopardi. La poesia italiana è una poesia d’amore e l’arte ti porta a sentire qualcosa di alto e a non essere violento”. Lo ha detto il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi alla Biennale Milano International Art Meeting, curata da Salvo Nugnes, la cui quinta edizione è in corso fino al 28 novembre nella prestigiosa sede di Palazzo Stampa di Soncino in Via Torino 61, durante un incontro sul ruolo dell’arte organizzato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

“Nella mia vita il ruolo delle donne è stato assolutamente positivo – ha aggiunto Sgarbi-. Dalle donne ho avuto solo amicizia e amore, mai danno. Le polemiche le ho fatto con i maschi…”.

Secondo Sgarbi “serve educare alla poesia, ai testi con storie spirituali di grande bellezza come quelle di Dante e Beatrice o Tristano e Isotta, più che alla sessualità o a i sentimenti che sono dentro di te”.

Anche perché “l’arte ti porta a sentire qualcosa di alto e a non essere violento. Non ne farei una questione patriarcale di forza del maschio – ha spiegato – ma di ignoranza che ti porta a pensare che una persona sia tua e che il possesso sia un obiettivo”.

Rispondendo ai giornalisti sulle polemiche di questi giorni sui testi delle canzoni rap, il sottosegretario ha concluso: “Della musica rap so poco. Per me la musica è Mozart, Puccini, Verdi e Chopin. Preferisco Chopin a qualsiasi rap e non mi pare che l’educazione possa venire dalla musica di Fedez. Viene meglio da Morgan che è colto e può insegnare Beethoven – ha concluso – e non credo che possa farlo Fedez o qualche ‘rappista’. E comunque uno che sente Chopin non può uccidere”.

Morgan: i testi rap non mi piacciono, sono violenti. ‘L’arte è femminile. Le violenze di genere sono un problema sociale’

“L’arte non è mai violenta, è un’espressione di gentilezza e per questo dico che è femminile. Ma i testi del rap non è che siano proprio eccezionali. Un tempo, una decina di anni fa, quando l’hip-hop in Italia stava muovendo i primi passi, erano quasi interessanti perché sembrava quasi che sostituissero quelli dei cantautori, oggi però sono degenerati e sinceramente sono troppo violenti. E non mi piacciono i testi violenti”. Lo ha detto il cantante Morgan alla Biennale Milano International Art Meeting, curata da Salvo Nugnes, la cui quinta edizione è in corso fino al 28 novembre nella prestigiosa sede di Palazzo Stampa di Soncino in Via Torino 61, a margine di un incontro sul ruolo dell’arte organizzato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

Secondo Morgan “l’arte, innanzitutto, è femminile, infatti la musica viene da ‘musa’ – ha spiegato – tutti gli esseri che fanno arte in realtà sono femminili”.

Sul suo personale rapporto con le donne, l’artista ha raccontato: “Sono cresciuto in una famiglia di sole donne, l’unico uomo era mio padre che è venuto a mancare quando ero mio piccolo. A 14 anni – ha aggiunto – facevo l’uncinetto con i ferri anziché giocare a pallone. Ho una personalità molto in sintonia con quella femminile”.

Quindi “sono contento che la Biennale sia dedicata alle donne perché in questo momento storico, con tutti i problemi che ci sono stati di violenza, c’è bisogno di un’attenzione particolare e di sensibilizzare – ha proseguito -. Bisognerebbe che questi fatti di violenza fossero analizzati in modo profondo perché c’è un problema sociale secondo me”.

In conclusione, Morgan ha risposto ironicamente ai cronisti che gli chiedevano delle polemiche con Fedez dopo il suo allontanamento da X Factor: “I rapporti con Fedez sono ottimi…”.