Al Santuario della Madonna del Carmelo di S. Teresa di Riva ci sarà la Veglia “la Bellezza ferita”

Messina – Il 22 c.m., alle 19.00, presso il Santuario della Madonna del Carmelo di S. Teresa di Riva ci sarà la Veglia “la Bellezza ferita” condotta da don Luigi Verdi. Chiediamo a don Ettore Sentimentale, che fin dal primo momento ha accolto la Fraternità di Romena, di fare un bilancio di tale evento.

Don Ettore, da quanti anni p. Luigi ritorna in mezzo a noi a proporre la Veglia?

Da circa 20 anni. Ha iniziato mentre ero parroco a S. Luca, poi ci siamo rivisti a San Giacomo e infine a S. Teresa di Riva. Ricordo che all’inizio fu un laico molto illuminato a propormi di accogliere e invitare con Luigi, tanto che in un “viaggio tra fede, arte e cultura” con la stessa persona siamo andati “in pellegrinaggio” fino a Romena. Fu un’esperienza bellissima. Dopo alcuni anni di presenza a Messina, don Luigi fu invitato al Convegno della Caritas e da lì in poi, una volta conosciuto, ha “attirato” diversi confratelli che si sono recati a Romena per vivere una forte esperienza spirituale. Concludo dicendo che nel periodo del Covid, l’arcivescovo Accolla ha organizzato una serie di incontri di formazione presbiterale online con don Luigi. Ad alcuni parteciparono anche dei laici che rimasero “fulminati” dall’approccio fortemente esperienziale nel condurre il discorso. Negli ultimi anni, poi tutti abbiamo accolto i suoi interventi su Rai 1 per commentare il Vangelo della domenica. Uno dei primi a sapere di questa iniziativa sono stato io, perché lo avevo invitato a predicare la la novena della Madonna, ma due mesi primi mi ha avvisato che doveva registrare per la Rai…pazienza!

Cosa pensi possa offrire questa nuova Veglia?

Non conosco il contenuto specifico, ma il tema della “bellezza” è stato affrontato moltissime volte da don Luigi. Potrei quindi avanzare delle ipotesi che affondano la credibilità in tutto quello che ha scritto e detto fino a ieri… Sicuramente declinerà la bellezza con “tenerezza, gioia, semplicità e fragilità” fondandola sul fatto che la bellezza non è una realtà estetica, ma qualcosa che vive. Proprio per questo “la bellezza salverà il mondo”, incurante magari di poter sembrare sgraziata. Sicuramente affronterà il tema farcendolo di rimandi esperienziali.

Scusa, potresti spiegare meglio questo ultimo passaggio?

Sì, certo. Chi conosce don Gigi sa che la forza delle sue parole non risiede in discorsi forbiti, ma nel dare senso a quanto l’esperienza ogni giorno insegna. Nel nostro caso penso sia naturale che attinga a quanto la vita gli riservi. Lui incontra moltissime persone che gli trasmettono la bellezza del sorriso (nonostante le difficoltà) delle lacrime di gioia di genitori che hanno perso un figlio e apparentemente non avrebbero alcun motivo di bellezza; la bellezza che sgorga dalla purezza del cuore di coloro che vivono in semplicità, eco della spiritualità francescana; la bellezza della natura (sulla falsariga di quanto dice S. Luca “Guardate come crescono i gigli…neanche Salomone vestiva come loro…”) che racchiude il divino. Voglio concludere con un aneddoto. Conosco una signora che ha perso un giovane figlio e in sua memoria è stato piantato un mandorlo a Romena (come per altri ragazzi), la quale ha riscoperto il suo servizio d’amore che vince anche la morte e che non l’ha lasciata sola. E mi diceva tempo addietro: “Romena è un posto di bellezza con quel che c’è, perché dà molto valore alla semplicità”.