Buste paga di colori diversi per uomini e donne, ante segnate da pugni, specchi che restituiscono frasi di mansplaining. Sono alcune delle opere esposte al MUPA – Museo del Patriarcato, inaugurato oggi a Roma in anteprima mondiale da ActionAid in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
Ad accompagnare l’apertura ufficiale, questa mattina, l’attrice Violante Placido, che ha dichiarato: “Il patriarcato ha tante sfaccettature, certo nel tempo alcuni aspetti sono stati superati ma non ancora del tutto, qualunque negazione della sua esistenza è frutto della paura di nuovi equilibri. La libertà della donna nella società al pari di un uomo fa sì che certi privilegi a cui l’uomo è abituato vengano meno, ed è per questo che alcuni uomini scalpitino, e cercano di sminuirne l’esistenza, ma da certe consapevolezze non si può tornare indietro solo andare avanti. È tempo di costruire insieme un cammino più vero e potenzialmente più complice”.

L’apertura al pubblico, alle ore 18.00, sarà affidata a Sarah Malnerich e Francesca Fiore di Mammadimerda. Da qui prenderà il via il viaggio immersivo del MUPA che proietta i visitatori nel 2148, anno in cui – secondo l’ultimo Global Gender Gap Report – sarà finalmente raggiunta l’uguaglianza di genere. In questo futuro desiderabile il pubblico è chiamato a interrogarsi su credenze, comportamenti e stereotipi che nel XX e XXI secolo hanno alimentato la disparità e la violenza di genere esplorando alcune delle più emblematiche “reliquie” di un mondo che non c’è più. Il museo nasce dalla consapevolezza che il patriarcato, invece, appartiene ancora al presente. A confermarlo la ricerca “Perché non accada”, realizzata da ActionAid con l’Osservatorio di Pavia e B2 Research, che fotografa quanto stereotipi e disuguaglianze di genere restino profondamente radicati nella società italiana. Un uomo su tre giustifica la violenza economica, uno su quattro quella verbale o psicologica e quasi due su dieci ritengono ammissibile anche la violenza fisica. Dalla generazione dei Boomer, che tende a negare o minimizzare, agli uomini più giovani, che pur riconoscendola spesso la legittimano, emerge un filo culturale che unisce le generazioni. Le disuguaglianze attraversano ogni ambito della vita quotidiana: il 74% delle donne si occupa ancora da sola dei lavori domestici; negli spazi pubblici e sui mezzi la percezione di insicurezza è diffusa – soprattutto tra le più giovani – e anche nel mondo della cultura e del digitale persistono stereotipi e sessismo.
“Non si può prevenire la violenza senza promuovere uguaglianza, e non si può costruire uguaglianza senza mettere in discussione le radici culturali del patriarcato. Il MUPA nasce proprio da questa consapevolezza: per sradicare la violenza serve un cambiamento profondo, che attraversi il linguaggio, l’educazione, le politiche pubbliche e la vita quotidiana. È necessario che le istituzioni vadano oltre la risposta emergenziale e si impegnino in interventi strutturali e trasformativi, capaci di agire sulle cause e non solo sugli effetti. Con il MUPA vogliamo offrire uno spazio di riflessione e di azione collettiva, per immaginare insieme un futuro in cui la parità non sia più un obiettivo, ma una realtà” dichiara Katia Scannavini, Co-Segretaria Generale di ActionAid Italia.

Il programma. Il MUPA sarà aperto dal 20 al 25 novembre, con l’unica eccezione di sabato 22, giornata di chiusura per sostenere la partecipazione collettiva alla manifestazione nazionale di Non Una di Meno. Oltre all’esposizione, il programma propone talk, workshop, laboratori e performance dal vivo, in collaborazione con centri antiviolenza, reti e realtà femministe di tutta Italia. Venerdì 21 novembre il talk “Immaginare un altro mondo: la cultura come atto politico di trasformazione”, moderato da Annalisa Camilli, vedrà dialogare Chiara Becchimanzi, Barbara Leda Kenny e Barbara Piccoli (InQuiete), Laura Tedesco (Amleta) e l’illustratrice Rita Petruccioli. A seguire, lo stand-up show di Chiara Becchimanzi, che intreccia ironia e attivismo. Domenica 23 novembre il laboratorio “Per piacere. Uno shooting femminista” anticipa il talk “Corpi sotto controllo: potere, sguardi e libertà”, moderato da Eugenia Nicolosi con Lara Lago, Kaaj Shilya Tshikalandand e Federica Di Martino, fondatrice della community “IVG, ho abortito e sto benissimo”. Lunedì 24 novembre il laboratorio “Ricamo erotico selvaggio” a cura di Goga Mason precede il talk “Abitare la città: sguardi e pratiche transfemministe” con Simona Ammerata (Lucha y Siesta), Azzurra Muzzonigro (Sex and the City), Sylvia De Fanti (Collettivo Angelo Mai) e la moderazione di Sara Giudice. A seguire il laboratorio “Spazio. Copi. Desideri” a cura di Lucha y Siesta. Martedì 25 novembre si chiude con la registrazione live e aperta al pubblico di un’edizione speciale del podcast Scanner, con Valerio Nicolosi, Giulia Paganelli, Simonetta Sciandivasci e Natascia Grbic, dedicata al racconto mediatico della violenza contro le donne. Nel pomeriggio, il laboratorio “Il cerchio della narrazione” a cura di Federica Scrollini (BeFree) sarà seguito dall’incontro “Normalizzare la violenza: media, cultura, responsabilità”, con Cecilia D’Elia, Giulia Blasi, Karen Ricci (Caraseimaschilista) e la moderazione di Natascia Grbic.
L’ingresso all’esposizione e agli eventi è gratuito, ma è richiesta la registrazione su Eventbrite. Il programma e i link di prenotazione sono disponibili su actionaid.it/mupa.
Il MUPA è accessibile e inclusivo: gli spazi e i contenuti sono pensati per garantire accoglienza a persone con disabilità cognitive, motorie, visive e uditive, grazie a percorsi assistiti e materiali in formati accessibili.
A partire dal 20 novembre sarà inoltre possibile sostenere i progetti di ActionAid visitando la sezione regaliperunsogno.actionaid.it/cat/mupa per contribuire alla campagna di raccolta pubblica di fondi “Sogni di Natale 2025”. In cambio di una donazione si potranno ricevere oggetti iconici special edition del MUPA, simboli concreti di un impegno condiviso per l’uguaglianza di genere.
