Il Codacons ha presentato un maxi-esposto chiedendo la sospensione immediata del campionato italiano di calcio alla luce della diffusione sistemica di sponsorizzazioni riconducibili a società di gioco d’azzardo, che – tramite accordi formalmente intestati a società con sede all’estero – di fatto starebbero aggirando il divieto di pubblicità previsto dal Decreto Dignità, esponendo milioni di tifosi – inclusi i minori – a una promozione indiretta delle scommesse.
L’atto è indirizzato a FIGC, Procura Generale dello Sport, AGCOM, AGCM. Secondo l’Associazione, il ricorso a marchi di “infotainment”, “scores” o servizi formalmente non operanti in Italia produrrebbe un effetto comunicativo sostanzialmente identico alla pubblicità del betting vietata dalla legge, realizzando un meccanismo elusivo ormai diffuso nel calcio professionistico, che starebbe diventando «una piattaforma sistemica di marketing del gioco d’azzardo, con effetti moltiplicatori sull’utenza e con un impatto particolarmente nocivo sui minori, che fruiscono dello spettacolo sportivo attraverso televisioni, social network, videogiochi e merchandising».
Il Codacons richiama il quadro allarmante del settore del gioco in Italia, con un volume di giocate che supera stabilmente i 130 miliardi di euro annui e un aumento documentato dei casi di disturbo da gioco d’azzardo, che colpiscono in misura crescente giovani e soggetti vulnerabili. In tale contesto, l’esposizione costante di marchi riconducibili alle scommesse durante eventi sportivi seguiti anche da minori assume una gravità particolare e contrasta apertamente con la ratio del Decreto Dignità.
Nel dossier vengono inoltre evidenziati possibili profili di responsabilità omissiva, alla luce della diffusione notoria di tali sponsorizzazioni e dell’assenza di interventi efficaci da parte degli organi di vigilanza. La normativa vigente prevede sanzioni fino a 500 mila euro per ciascuna violazione, oltre alla cessazione della condotta illecita.
Alla luce di ciò, l’Associazione chiede alle Autorità competenti di accertare tutte le responsabilità, di inibire immediatamente l’esposizione di marchi riconducibili al gioco d’azzardo e di adottare misure straordinarie, fino alla sospensione o interruzione delle competizioni cui partecipino società che aggirano il divieto di pubblicità del betting. In via subordinata, viene sollecitata la valutazione di un divieto di trasmissione televisiva delle partite che veicolino forme di pubblicità indiretta delle scommesse.
«Non siamo davanti a semplici accordi commerciali» – afferma il Codacons – «ma a una violazione grave e sistemica delle norme poste a tutela della salute pubblica. Consentire che il gioco d’azzardo venga promosso attraverso il calcio significa sacrificare la protezione dei cittadini, e dei minori in particolare, agli interessi economici di pochi. E se qualcuno non é d’accordo con questa nostra campagna, lo metta nero su bianco, e ci impegniamo a pubblicare tutto sulle nostre piattaforme, a disposizione dei cittadini».
