Roma: Genoa è l’ennesima ultima spiaggia per Di Francesco

Ci siamo: il Genoa è l’ennesima ultima spiaggia, quella da dentro o fuori, per Di Francesco. Da qui non sembra una Roma noiosa, ma un conto è viverla in panca, un conto in tribuna o curva.

La noia è quando non ci sono sorprese e in questo senso il massimo della noia sono le voci di un possibile esonero del tecnico giallorosso: una partita sì e l’altra pure. Erano più divertenti le squadre di Luciano Spalletti, quelle di Rudi Garcia? Non lo so, non mi pare. Qui succede, almeno per quanto riguarda la Roma, che si vince abbastanza a sorpresa (cammino in Champions) e si perde abbastanza a sorpresa (Bologna, Spal, Udinese, Viktoria Plezen). Non c’è nulla di annunciato, nulla di certo e questo dovrebbe essere il sale della competizione. Battute a parte, Genoa davvero, per Di Francesco, sembra il punto di svolta. Certo è difficile concentrarsi su una serie di gare con tutto quello che è successo e sta succedendo in casa Roma. Prendete l’ultima partita di Champios.

Di Francesco che dà fiducia a Mirante, Santon e Pastore, confermando in mediana Nzonzi e Cristante.

Nonostante le seconde linee schierate in campo, nel primo tempo i giallorossi sembravano poter essere in controllo, anche se poi di grandi pericoli ne avevano creati davvero pochi. Anche perché, appunto, Pastore sembra la controfigura di sé stesso.

Così, anche nel primo tempo, l’occasione clamorosa per passare ce l’ha proprio il Viktoria al 39’, con Kopic che a porta vuota arriva in ritardo di un soffio sull’assist di Kovarik.

 

Ma alla notizia del Cska Mosca sopra di due gol a Madrid, il Viktoria abbandona l’atteggiamento timido e rinunciatario e inizia a salire come baricentro del gioco. Paradossalmente, però, è proprio in questo momento che la Roma ha le sue occasioni migliori con Pastore (tiro altissimo però da buona posizione) e Kluivert (deviato in angolo).

 

Dopo che Schick reclama un calcio di rigore, il Viktoria passa con Kovarik. La Roma con un sussulto d’orgoglio riaggancia immediatamente la gara con un colpo di biliardo di Under su assist di Santon.

Poi arriva il 2-1 di Chory e il passivo potrebbe essere anche più pesante se Petrezla non sprecasse sul primo palo, dopo aver liquidato nello stretto su Marcano.

Prima del fischio finale c’è ancora spazio per un destro dal limite di Cristante di un soffio fuori.

A un certo punto Pellegrini perde la testa ed in 2 minuti rimedia 2 gialli, lasciando la Roma in 10.

Ma sono fiammate e basta. E’ così che una Roma senza troppe pretese regalava l’Europa League al Viktoria Plezen.

Di Francesco sì o Di Francesco no? Qui ma anche davanti alla tv si può solo tifare per. O non tifare per nessuno, che per un cuore giallorosso è anche peggio. Il Genoa diventa l’ennesima ultima spiaggia, quella da dentro o fuori. Sarà poi vero?

Claudio Andò