
Venerdì sera l’Italia intera si è fermata per assistere all’incoronazione: il Napoli ha conquistato lo Scudetto e scritto il proprio nome nella storia. Un’esplosione di gioia ha infiammato il Maradona, invaso le piazze e attraversato i cuori. Ma il calcio, si sa, non dorme mai.
Giusto il tempo per riprendere fiato e si torna subito in apnea: perché domenica sera va in scena l’ultimo capitolo della stagione. E in palio, stavolta, c’è l’Europa (oltre alla lotta Salvezza).
Ultimo atto della Serie A Enilive: le partite in contemporanea di domenica 25 maggio alle 20:45 scriveranno i verdetti definitivi in zona Europa e salvezza. Il sipario sta per calare, ma il palcoscenico è ancora acceso e infuocato. Con l’Atalanta aritmeticamente terza e il Bologna già sicuro di un posto in Europa League grazie alla vittoria in Coppa Italia Frecciarossa, restano ancora tre posti da assegnare per le coppe europee: uno per la Champions League, uno per l’Europa League, e uno per la Conference League.
A giocarseli saranno Juventus (67 punti), Roma (66), Lazio (65) e Fiorentina (62), con i viola che restano appesi a un filo: possono solo sperare di superare la Lazio, a patto di vincere a Udine e sperare in una contemporanea sconfitta dei biancocelesti.
Se le distanze restassero invariate, il verdetto sarebbe chiaro: Juventus in Champions, Roma in Europa League, Lazio in Conference. Ma tutto è ancora possibile, in novanta minuti da dentro o fuori. Juventus e Lazio, infatti, sono attese da un ultimo test complicato, dovendo incrociare il loro cammino con quello di due squadre in lotta per la sopravvivenza nel massimo campionato italiano. La Roma, invece, ospita un Torino ormai domo, mentre la Fiorentina fa visita a un Udinese senza più obiettivi.
C’è qualcosa di magico nell’ultima giornata di campionato. È il momento in cui il pallone pesa di più, in cui ogni respiro sugli spalti è sospeso e ogni passaggio può diventare destino. È l’istante in cui si scrivono storie che restano, si ribaltano certezze, si consumano sogni. È adrenalina pura, con il cuore in gola e gli occhi incollati al campo.
L’ultima danza per l’Europa si accende nel crepuscolo della Serie A Enilive, quando tutto è ancora possibile, quando la classifica è un equilibrio fragile e ogni scenario ha mille volti: Juventus, Roma, Lazio e Fiorentina sono pronte a lottare fino all’ultimo secondo per trasformare ambizioni in realtà.
Dentro o fuori. Paradiso o rimpianto.
Chi si unirà al treno per l’Europa su cui sono già salite le certezze di questa stagione? Napoli, Inter e Atalanta sono ormai sicure di rappresentare l’Italia nella UEFA Champions League 2025/26.
Restano solo tre biglietti da staccare per salire sul convoglio europeo. Tre sedili contesi da quattro pretendenti. E una sola notte per sapere chi sarà a bordo… e chi resterà a terra.
La Juventus affronta il Venezia con un solo risultato possibile: la vittoria. Dopo un’annata segnata da alti e bassi e senza acuti nelle coppe, il quarto posto rappresenta molto più che un traguardo, è la base su cui costruire la rinascita e programmare la prossima stagione. Ma in Laguna non sarà una passeggiata, i padroni di casa, in piena bagarre salvezza, si giocano la permanenza in Serie A Enilive e venderanno cara la pelle.
All’andata allo Stadium fu il rigore di Vlahović in extremis a evitare la beffa per i bianconeri, allora guidati da Thiago Motta (2 a 2 il risultato finale). Il Venezia ha già fatto tremare grandi squadre al Penzo, dove ha vinto due delle ultime tre gare e concesso più di un gol una sola volta nelle ultime 10 uscite casalinghe. In trasferta, la Juve versione Tudor non ha ancora vinto (3 pareggi, 1 sconfitta): un dato che pesa come un macigno alla vigilia di un crocevia decisivo per il futuro del club.
La Roma, invece, arriva all’appuntamento finale col vento in poppa. Il club capitolino non raccoglieva così tanti punti in campionato dalla stagione 2019/20, ma è dal 2018/19 con Di Francesco che manca l’accesso alla Champions. La qualificazione alla “Coppa dalle grandi orecchie” sarebbe il coronamento di un cammino straordinario avvenuto sotto la sapiente guida di Claudio Ranieri, capace come pochi altri nella città eterna di essere profeta a casa sua. Da quando c’è “Sir Claudio” sulla panchina giallorossa la Roma ha infilato 16 vittorie, 5 pareggi e solo 4 sconfitte per un totale di 53 punti, lo stesso bottino di Inter e Napoli nello stesso arco temporale. Nel 2025, è la squadra che ha fatto più punti in Serie A Enilive. Merito del lavoro silenzioso e chirurgico del tecnico romano, che ha restituito leadership a colonne come Mancini, Paredes e Cristante, valorizzando al contempo volti nuovi come Soulé e Saelemaekers.
Dopo il commovente saluto all’Olimpico, Ranieri va a caccia del gran finale contro un Torino che ha già esaurito le proprie ambizioni e che all’andata aveva subito il gol vittoria di Dybala, in quella che fu l’ultima gioia capitolina sotto la guida di Jurić.
La Lazio, protagonista con Sarri della scorsa edizione di Champions League, deve difendere l’ultimo biglietto utile per l’Europa e, al tempo stesso, sperare in un passo falso di Juve e Roma per ambire al quarto o al quinto posto. All’Olimpico arriva un Lecce affamato, che non può permettersi passi falsi nella lotta per la salvezza.
I biancocelesti, terzo miglior attacco del torneo con 61 gol realizzati, hanno vinto solo una partita casalinga nel girone di ritorno (il 5-1 al Monza del 9 febbraio) e hanno bisogno di ritrovare brillantezza davanti al proprio pubblico. Tavares è out per infortunio, ma tornano Zaccagni e Pellegrini.
Pedro resta l’uomo chiave per Baroni: lo spagnolo ha già segnato nove gol da subentrato, avvicinandosi al record di Luis Muriel (11 nel 2019/20) nell’era dei tre punti a vittoria. All’andata servì un lampo di Marušić nel finale per espugnare il Via del Mare. Ora i biancocelesti sanno che servirà ben più di una fiammata per assicurarsi almeno la Conference.
Infine, la Fiorentina, costretta a inseguire un sogno che appare lontano. Solo una vittoria in Friuli, unita a una sconfitta della Lazio, riaprirebbe le porte dell’Europa per la squadra di Palladino.
Il successo contro il Bologna ha ridato fiducia, ma i recenti scivoloni con Roma e Venezia hanno reso più complesso il raggiungimento del sogno. I viola cercano vendetta sportiva contro un’Udinese già salva, che all’andata sbancò il Franchi frenando una delle fasi migliori della stagione gigliata. Servirà un colpo di coda, sperando che da Roma arrivi una mano: la Conference è lontana, ma non ancora irraggiungibile.
Novanta minuti per cambiare tutto. Novanta minuti per entrare nella storia o restarne fuori. La bellezza di quest’ultima giornata è tutta qui: nessuno sa cosa accadrà davvero, ma tutti sanno che sarà intenso, feroce, emozionante. Una sinfonia collettiva fatta di speranze, calcoli e battiti accelerati.
I riflettori si accendono su una notte che può diventare memorabile, dove ogni gol può riscrivere il destino e ogni risultato aprire o chiudere le porte delle coppe europee. I giochi non sono ancora fatti: tra incroci, possibili ribaltoni e molte combinazioni, l’ultima parola la dirà solo il campo.
Chi ballerà davvero l’ultima danza per l’Europa?