L’anima dei social: la ludopatia dei calciatori

Due giocatori interrogati a Coverciano per il gioco scommesse. Essendo Nazionali fa più male. Correttamente accompagnati dal capo delegazione Buffon. Giocatore immenso che proprio lui, non alieno dal gioco, rappresenti una nazionale, sul punto, fa un minimo sorridere, o inquietare, sembra una barzelletta della povera Italia…

E sento che si parla di ludopatia. Che si affronterà per i tre giorni della notizia. Per i calciatori poveretti. Ma non mettiamolo, il loro problema, con gli altri. Loro i soldi li hanno e quanti!
La ludopatia. I diffusissimi e lucrosi locali da gioco. Funzione sociale (ma senza generalizzare, non si può mai buttare tutto). Sano intrattenimento. E per poveri luogo della speranza, di rifarsi con la vita e che li spoglia anche degli spiccioli. La mente va lontano a scelte di condono di un politico, ma avrà pensato al fine sociale. Si ferma su quelli che sono stati atti di indagine del proprio lavoro.
Per doveroso silenzio. Resta al dato sociologico, all’attenzione, alla rilevazione, al sostegno psicologico ma anche alla ghettizzazione specie nelle periferie della miseria e talvolta del crimine. Talvolta si colloca Dio da qualche parte. Magari non opportunamente nelle zone di guerra, dove bimbi donne vecchi gente debole e no viene sterminata dalle bombe.
Per questo evito questo richiamo ma la politica, prima dei carabinieri, lì dovrebbe essere presente. Certo portano soldi allo Stato, certo la miseria e la disperazione meglio nasconderla sotto il tappeto, come troppa illegalità. Esaltiamoci per il salotto buono e la gente in. Ma fratelli sventurati ne abbiamo troppi anche qui. E non costruiamoci fama e profitti, diamo una mano, silenziosa come si dovrebbe.
Salvatore Mastroeni