La querelle tra Allegri e il “simpatico” Adani

La querelle tra Allegri e il “simpatico” Adani dovrebbe comportare un’analisi più approfondita e seria. Anni fa, uno dei primi analisti tecnici dello stato delle cose, a Sky, si chiamava Mario Sconcerti. Le cui domande serie, circostanziate dai numeri, non erano – per così dire – apprezzate.

 

Si sa che, come in tutti i piani alti, chi ficca il naso con intelligenza non venga accolto con la fanfara. Ma Sconcerti è un fior di giornalista. Come voce “da campo” tuonava talvolta Zvone Boban, con i tempi e i modi (direttissimi) degli slavi e personalità da vendere. Anche lui, forse per qualche critica non piaciuta, giubilato. L’ex difensore di Brescia e Inter è un mezzo Boban, certo non illuminato da cotanta visione di gioco, e un mezzo Bergomi, non avendo dello “zio”, la prudenza.

Il problema è il rapporto numerico tra ex calciatori, ex allenatori e giornalisti, che di fatto ha relegato questi ultimi da fanalini di coda. In chiaro accade più o meno la stessa cosa, con l’aggiunta di una componente in più: gli ex arbitri.

I quali aggiungono un elemento mediatico non indispensabile, continuando a incensare i potenti, come capitava sul campo, e di solito sparando giudizi velenosi su chi li ha succeduti. In poche parole: giornalismo moribondo e niente di nuovo sotto il sole.

Diego Costa