IL RICORDO: Malagò sveglia il mondo dello sport… Giustizia sportiva, si va avanti

Ci credeva da anni, tanto da nominare Alessandra Sensini vicepresidente del Coni: ma adesso Giovanni Malagò, n.1 dello sport, ha voluto dare un segnale importante a tutto il mondo dello sport. E’ stato stabilito infatti che dal prossimo ciclo elettorale, un terzo dei consiglieri federali dovrà essere donna. Via quindi alle quote rosa.

 

11 aprile 2018 – la Repubblica  di Fulvio Bianchi 

Esempio: quando si rivoterà per la Figc (in autunno, o, più probabile, il prossimo anno) ci vorranno in consiglio sette donne su 21. Ora ce n’è solo una, Sara Gama, la calciatrice della Juve e della Nazionale, in quota Aic. Non sarà per niente facile in un mondo, quello del calcio, dove le donne sono state sinora poche, e a volte con ruoli marginali. Ma anche le altre Federazioni dovranno adeguarsi in fretta, un segnale importante per smuovere un ambiente troppo maschilista.

Un via libera importante anche per le ex atlete che sinora si sentivano frenate nella carriera dirigenziale. Nessun presidente di Federazione infatti è donna, solo Stefania Lenzini è l’unica numero 1 delle discipline sportive associate (twirling).

Lo sport è molto indietro con le quote rosa: ora questo provvedimento dovrebbe dare, si spera, un impulso importante. Lunedì, nella lunga giornata di Palazzo H, fra Giunta e Consiglio nazionale, sono stati approvati anche, all’unanimità, le modifiche al codice della giustizia sportiva (22 articoli) e al regolamento di “organizzazione e funzionamento della procura generale dello sport”, che Malagò ha affidato sin dal suo insediamento al generale Enrico Cataldi.

In consiglio nazionale, e nella riunione precedente che Malagò ha avuto con alcuni presidenti, sono stati quindi cancellati i dubbi di alcuni dirigenti, dubbi che erano circolati in precedenza con la prima bozza del regolamento.

C’è la volontà di snellire e velocizzare: ad esempio i ricorsi elettorali andranno direttamente al Collegio di garanzia del Coni, presidente Frattini, senza passare per la giustizia federale. La giustizia sportiva sta molto a cuore al presidente del Coni: faceva parte anche del suo programma e ha affidato la riforma ad un pool di giuristi ed avvocati.