Fip Sicilia, arbitri e trasparenza

Fip Sicilia, arbitri e trasparenza: la cura è peggiore della malattia. Perché scriviamo questo? Qualche giorno fa dalle pagine della nostra testata avevamo segnalato con l’articolo dal titolo “Arbitri, canestri, Sicilia. Che cosa sarà mai accaduto?” https://www.imgpress.it/sport/arbitri-canestri-sicilia-che-cosa-sara-mai-accaduto/, gli interrogativi sulla gestione arbitrale nell’isola.

 

A iniziare dai campionati giovanili fino alla C silver, tante anomalie. E questo non lo pensa solo IMG Press. Ecco perché avevamo chiesto al presidente/commissario, Riccardo Caruso, una risposta chiara, precisa, limpida. Giusto per la precisione alla stesura del presente articolo sul sito federale www.fip.it/sicilia non troviamo nessuna comunicazione come nessuna email è mai stata inviata alla nostra redazione – si vede che le norme deontologiche dell’Ordine dei Giornalisti sull’invio dei comunicati stampa alle testate regolarmente registrate non valgono per l’ufficio stampa del Comitato regionale, ma andiamo oltre, ce ne faremo una ragione – per nostra fortuna due siti on line, Siciliabasket e Reggio a canestro (di cui in basso riportiamo i link) ci informano di una sperimentazione di interscambio fra gli arbitri siciliani e quelli calabresi.

Riconoscendo ai colleghi delle due testate giornalistiche l’imparzialità e il senso di responsabilità siamo certi che la notizia sia basata su riscontri avuti negli ambienti arbitrali federali. Al di là del rivendicare i comunicati stampa uguali per tutti ci può star bene che le risposte del Presidente/commissario Caruso arrivino di terza o quarta mano, ognuno agisce per quello che è e se Caruso non riconosce il diritto di informare e la libertà di stampa, è un suo limite che però deve far riflettere, non solo i tesserati siciliani, ma soprattutto Gianni Petrucci, che della Fip etica e trasparente fa la sua bandiera.

Cosa sia auspicabile secondo giustizia è ormai quasi impossibile dirlo. Tutte le tracce sono state cancellate da successivi cammini, ogni spazio web ha una sua verità, il gioco del cavillo ha soffocato ormai qualunque aspetto etico della vicenda. Magari sarà necessario sospendere per qualche settimana le discussioni sugli errori di arbitri e sospetti vari su gare quotate con scommesse poco limpide. Non per insabbiare, ma per permettere riflessioni finalmente serene e produttive su un argomento di cui ormai abbiamo perso il controllo. Siamo tutti d’accordo nel voler trasparenza e imparzialità salvo poi usare scorciatoie e giri di parole per non ammettere che abbiamo fallito la mission arbitrale.

 

E’ chiaro che siamo davanti a una Federazione siciliana messa troppo sotto pressione dagli avvenimenti e dai media, rancorosa e intimidita dalle infinite possibilità di essere sconfessata clamorosamente pochi minuti dopo aver scelto la sua strada: Caruso ha troppi pensieri per la testa e troppe toppe da piazzare per restare seduto sul suo trono. Qualcuno direbbe il Re è nudo!

E’ chiaro anche che l’opera di commissariamento della Cia Sicilia non sta dando i frutti sperati e che anzi il primo vero risultato raggiunto è un impoverimento tecnico del settore arbitrale.

Il gioco a cercar gli alibi  non aiuta poi il giudizio sul merito dei fischietti da mandare avanti: di sicuro raramente gli arbitri avevano sbagliato tanto e in modo tanto evidente. Detto questo, infierire sulla loro attuale vulnerabilità significa solo rendere quasi impraticabile un regolare svolgimento dei campionati (da quelli under alla C silver). Una pratica estremamente più pericolosa di tutti gli errori che la categoria sta assommando.

Presidente/commissario Caruso in un sistema normale l’iniziativa di voler scambiare gli arbitri tra regioni limitrofe ci può stare e potrebbe anche portare più serenità negli ambienti.

Al di là degli aspetti regolamentari emanati con i criteri d’utilizzo degli arbitri e delle relative valutazioni, ci sembra però che questa iniziativa andava comunicata alle società in maniera preventiva e non dopo che le designazioni sono state effettuate e una testata giornalistica ha messo sul tavolo del dibattito la problematica. Ma chi siamo noi per mettere sotto accusa Caruso? E allora perché non dire la verità sulla designazione? Perché aggirare la vicenda con una tesi a cui non crede nessuno?

E’ l’ ora di prendere atto (senza rassegnarsi) del periodo di congiuntura e di allentare la pressione. Invece con le sue trovate propagandistiche, Presidente/commissario, lei brucia gli arbitri. Arbitri sempre più svalutati portano a una sempre maggiore anarchia sul parquet. Il problema tra l’altro non è solo tecnico. Il problema è di personalità, riuscire a “voler vedere” un’infrazione e avere la forza di punirla chiunque coinvolga e dovunque avvenga il fatto.

Se si continuano ad aprire tavole rotonde su ogni designazione dubbia, saranno pochissimi gli arbitri capaci di resistere. E il castello verrà giù di brutto. Lo si potrebbe far cadere senza pietà se si disponesse di un’alternativa: ma questi sono gli arbitri e questi per molto tempo dovremo tenerci. E’ decisivo quindi educarli. Questo non significa lasciare chi sbaglia libero di sbagliare. Significa per esempio non fare cambiamenti di regole che in corsa non possono essere cambiate.

Credo che molti dei problemi attuali comincino dalla voglia di controllare gli arbitri iniziata con la gestione di Antonio Rescifina. Nella sua ricerca di consenso pubblico, nel suo bisogno di dare sostanza evidente alle energie profuse, Rescifina ha forse dato colpi di piccone eccessivi alle sue istituzioni. Che nel basket siciliano, potendo, sono perfino più fragili di quelle reali essendo il Comitato gestito da Caruso un mondo chiuso dove si cambia per non cambiare: Presidente Petrucci, c’è assoluto bisogno di una inversione di rapida.

Non ci sono i tempi né i modi per essere “veri”. Il sistema si compensa proprio essendo un sistema piccolo e chiuso. Tutto si basa su un oggi a me domani a te un po’ abborracciato, ma molto realistico. Da qui le perenni proteste delle società: sanno che un giorno prendono e uno lasciano. In realtà le società non hanno nessun bisogno di fraternizzare con gli arbitri. I giocatori devono solo essere giudicati dagli arbitri in maniera seria e soprattutto, secondo le regole. Inventarsi alibi, progetti di scambio delle designazioni in corsa d’opera diventa provocazione. Bisogna solo scegliere. Ora lo si è forse capito, vero Caruso?

http://www.reggioacanestro.com/sistema-di-interscambio-arbitrale-tra-calabria-e-sicilia/http://www.siciliabasket.it/cia-gli-arbitri-siciliani-di-bella-e-sciliberto-in-c-silver-calabria-coppia-calabrese-per-il-derby-basket-school-messina-orsa-barcellona/?fbclid=IwAR1V_5N_apEplftXaOopT1fHkTrXVPkF4HdEsZkNCXivl64fYlxJiQUuyNw

 

Ciuff…e…Tino