Di Francesco: Martedì la Roma deve far vedere la propria forza

Rabbia e amarezza per Eusebio Di Francesco che sperava di avvicinare l’Inter – domani impegnata nel derby della Madonnina – e invece, dopo il tonfo interno con la Spal, rischia di vedersi superato da diverse squadre e di perdere contatto dalla zona Champions.

Nessuna recriminazione sul gioco in generale, molti rimpianti restano invece per la mancata reazione dopo l’1 a 0.

“Contento del primo tempo, ma siamo mancati nell’ultimo passaggio. La Spal prima del rigore non ha mai tirato in porta: il gol ha cambiato la partita, siamo stati troppo frenetici, anche quando loro erano in 10, abbiamo dato vita facile alla Spal giocando così. Luca Pellegrini è stato ingenuo nel rigore su Lazzari”.

Di Francesco nella sconfitta individua un problema mentale:

“La sconfitta avviene perché ci abbattiamo: al nostro livello e per la qualità del gioco che abbiamo, non siamo stati bravi nella gestione successiva all’1 a 0. Il marchio di questa squadra deve essere la continuità. La Juventus sa gestire meglio le partite? E perché è più forte”.

Immediata voglia di rivalsa per Di Francesco e per la Roma:

“Martedì dovremo fare vedere che non siamo quelli di oggi, o meglio che non siamo quelli del secondo tempo”.

Sui singoli si è così espresso:

“Dzeko è un attaccante pericoloso, oggi è riuscito a segnare, spero che dalla prossima ricominci,ma non possiamo basarci solo su di lui.”

Sull’esclusione di Manolas, fuori per farlo rifiatare in vista della Champions ha cosi detto:

“Anche se Manolas è molto bravo sulle situazioni da palla inattiva, sul gol di Bonifazi c’erano in marcatura Fazio e Dzeko, due bravini. Pastore si è allenato per la prima volta giovedì, non aveva più di 20 minuti nelle gambe”.

Nota tattica e amarezza per l’ultima fase di gara:

“Nel finale cercavo ampiezza, durante la partita i miei volevano giocare centrale e questa cosa mi ha fatto incazzare,perché è normale che una squadra in 10 si stringa centralmente: l’ho ripetuto per 15 minuti, siamo mancati nel salto di qualità. Paghiamo la scelta di aver tanti giovani in campo”.

Claudio Andò