Basket: Presidente Petrucci, scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!

Si conclude la kermesse di basket andata in scena a Firenze che ha assegnato la Coppa Italia vinta meritatamente dalla compagine di Cremona allenata dal CT della Nazionale Meo Sacchetti (terzo successo personale nella manifestazione n.d.r)…

Si comincia parlando di basket, ma poco di quel che accade nei palazzetti italiani e non. Strano che il massimo esponente del movimento, Gianni Petrucci, distintosi con convinti atteggiamenti da padrone del vapore (è un modo di dire), non abbia mai pensato alla presidenza del Consiglio. Questo è il momento buono, ci pensi.

D’accordo il gioco del basket è un’altra cosa e dunque torniamo al campo. Se la Coppa Italia  ha proposto un prodotto basket affascinante, con le outsider che stupiscono a scapito delle big, con gare avvincenti e decise negli ultimi secondi e in taluni casi facendo ricorso alla tecnologia dell’instant replay lo stesso non si può dire per la gestione di dibatti e arbitri. E come si dice in questi casi, passata la festa, gabbato lo Santo: così restano sempre sul tavolo le situazioni economiche particolari di diversi club come Cantù, Torino, Avellino e perché no, Pesaro, ma sopratutto la “credibilità” del basket italiano e della sua governance.

Per comprendere se un sistema è virtuoso e capace di farsi apprezzare per la qualità, la credibilità è necessario valutare i relativi indicatori e tra questi riveste un’importanza elevata nello sport in generale e nel basket, in particolare, la percezione dell’arbitro sui campi da gioco e tra le società.
Come non riconoscere al presidente Petrucci una lungimiranza politica comunicativa, non foss’altro per l’esperienza maturata nel mondo sportivo, e in quest’ottica ci ha sorpreso positivamente che nell’ambito della Finale di Coppa Italia di Serie A, abbia voluto organizzare un convegno incentrato su come migliorare la percezione del ruolo dell’arbitro nello sport e sopratutto nel basket.

Ben vengono questi momenti di confronto tra le varie componenti Presidente Petrucci se l’obiettivo è quello di migliorare le criticità anche se molti interrogativi li poniamo ai nostri lettori non per essere contro la Federazione nè contro di lei, ci mancherebbe, troppe delusioni ci ha inflitto la gestione di talune vicende perché non dobbiamo dubitare di quel che vediamo. Comunque la possa pensare è il nostro modo di fare informazione indipendente che non ci farà vincere il Premio Donia, ma ci fa stare in pace con la nostra coscienza. Cosa non da poco, appunto, per questo ci consoliamo.

Detto questo, lasci che esprima tutta la mia ammirazione a quanti se ne infischiano di essere graditi al carro vincente, restando così fedeli ai principi di moralità e decenza che distinguono gli uomini dai quaquaraquà e, se ci passa il parallelismo, possiamo definire il basket come un corpo umano che deve prevenire e/o curarsi da patologie molto complicate quali le neoplasie. E in questo periodo le neoplasie più pericolose sono legate al mondo delle scommesse. Si condividano o meno le teorie di IMG PRESS sull’etica, la legalità, un fatto ci sembra indiscutibile: a livello di associazioni di idee, siamo tutti quanti contro la frode sportiva.

Un fatto inconfutabile è che la carriera di Petrucci si è svolta principalmente tra la Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) e il CONI. Infatti dal 1977 al 1985 ha ricoperto l’incarico di segretario generale della FIP e successivamente – il 21 novembre 1992 – venne eletto per la prima volta presidente della Federazione italiana Pallacanestro e confermato, il 29 giugno 1996.

Il 29 gennaio 1999, si dimette da presidente della Federazione Italiana Pallacanestro (FIP) in quanto è eletto per la prima volta presidente del CONI carica che ricopre per quattro mandati consecutivi fino al Gennaio 2013 nel quale viene rieletto nuovamente presidente della Federazione Italiana Pallacanestro carica che ricopre a oggi.

Senza voler togliere meriti a nessuno il presidente Petrucci negli ultimi quarant’anni ha avuto un ruolo decisionale di primissimo piano nella sport in generale, ma sopratutto nella pallacanestro è per questo alcune decisioni difficilmente le comprendiamo. Arduo dimostrare scientificamente un rapporto causa-effetto tra finzione di programmi e cronaca, ma è già impressionante che tale ipotesi non suoni affatto inverosimile. E comunque, salta agli occhi che l’immaginario di ciascuno di noi è colonizzato (devastato?) dal particolare di alcune storie sportive e non, prescindendo dalla nostra frequentazione più o meno assidua di palazzetti, spot elettorali e salotti televisivi.

E in questi quarant’anni la pallacanestro italiana e il tanto decantato mondo arbitrale, sono stati oggetto di patologie gravissime: giusto per non dimenticare il totonero del 1984, la vicenda Baskettopoli del 2008, le rivendicazioni del sindacato degli arbitri di serie A del 2009, la non partecipazione ai test atletici del 2011 degli arbitri della massima serie, l’operazione “Time out” del 2014 che ha coinvolto i vertici della pluriscudettata Montepaschi di Siena e della LegaBasket, il commissariamento dell’organo direttivo degli arbitri che ormai si protrae da quattro anni, per finire alla vicenda delle società e degli arbitri coinvolti nella diatriba FIBA/Eurolegue.

Ci sarà stato qualcuno a casa, comodamente sprofondato in poltrona, che ha provato un sano disgusto, o erano (eravamo) tutti avvinti dalla trama piena di suspense? Eppure le cronache riportano tanti proclami e tanti buoni propositi per poi sciogliersi come neve al sole.

Giusto per attenersi ai fatti non possiamo che riportarvi che mentre il Presidente Petrucci giorno 16 Febbraio a Firenze dichiarava “Gli arbitri hanno un ruolo importante nella pallacanestro, sono una risorsa e gli ho sempre chiesto, laddove possibile, di operare con psicologia e serenità e nelle situazioni difficili di adoperare un sorriso per superare i problemi” – Fonte www.fip.it –  qualche ora più tardi Carmelo Paternicò arbitrava in qualità di capo terna la semifinale di Coppa Italia mentre nelle stesse ore Luigi Lamonica arbitrava la semifinale della Final Four della “King Mindaugas Cup”, la Coppa di Lituania intitolata a Mindaugas, che fu primo Re della Lituania.

Assuefatti al linguaggio sciatto e massificato del miraggio arbitri del presidente Petrucci, non battiamo ciglio. Il vero problema non è la guerra tra FIBA/Eurolegue, è nella mancanza di lealtà, di un minimo di decenza sportiva sia in campo sia fuori. Scherzo, presidente Petrucci, scurdámmoce ‘o ppassato, simmo ‘e Napule paisá!

Ciuff…e…Tino