Lo sport sociale Uisp contro omofobia e transfobia

“Lo sport in campo contro l’omofobia e la transfobia: un ponte verso il futuro”: è il titolo del convegno che si è svolto a Napoli, promosso dall’Uisp insieme a Università Parthenope, Università Federico II di Napoli e Centro Sinapsi. Rappresentanti del mondo accademico, scolastico e sportivo si sono confrontati per sviluppare azioni  di prevenzione delle discriminazioni presenti in diversi contesti verso le persone gay, lesbiche e transgender.
Nicolò Zito, di Libera Rugby, ha dichiarato: "Non vogliamo nè nasconderci nè fingere. Chiediamo di essere considerati atleti come tutti gli altri. Se veniamo rispettati come atleti lo saremo anche come persone".
“L’Uisp è impegnata sul tema dei diritti delle persone e crediamo di dover dare risposte concrete – ha detto Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – le persone transessuali possono richiedere all’Uisp di attivare un percorso ALIAS, una soluzione che permette loro di tesserarsi anche durante il tortuoso cammino del cambiamento di genere. Si tratta di un tesseramento temporaneo che consente al socio di avere accesso alla pratica sportiva e di poter godere di copertura assicurativa”.
“Come ricercatori e universitari stiamo lavorando a un decalogo da trasmettere agli organizzatori delle prossime Universiadi che si svolgeranno a Napoli, che ribadisca che nello sport, sia a livello agonistico che amatoriale, non debba esistere né essere tollerata alcuna forma di omofobia e transfobia”, hanno detto Giuliana Valerio, Università Parthenope e Paolo Valerio, direttore Centro SInAPSI Università Federico II.
Francesco Soro, capogabinetto del Coni: "E’ umiliante che nel 2017 ancora si debba parlare di discriminazioni, di omofobia e transfobia. Che fare? Non avere vergogna a mostrarsi, condannare e contare su ruolo di allenatori e tecnici che entrano a contatto con i ragazzi per ribadire discriminazioni e pregiudizi".
"Qualcosa sta cambiando, molto lentamente – ha detto Andrea Rostagnol, Asd Gruppo Pesce – Siamo stati i primi in Italia a parlare di questi problemi, circa 15 anni fa. Oggi tendiamo sempre di più a parlare del Gruppo Pesce non come un gruppo sportivo LGBTI ma come un gruppo inclusivo. Il primo problema è il riconoscimento di sè. Chiediamo di utilizzare un linguaggio appropriato".
La ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli ha inviato un messaggio al convegno: "Attraverso lo sport, grazie anche al lavoro di grandi associazioni come l’Uisp, che condividono con noi questa missione, possiamo diffondere la visione positiva di una società fatta di persone tutte diverse ma allo stesso uguali, in dignità e diritti – ha scritto Fedeli – in ognuna delle azioni del MIUR, a partire da quella forse più importante che è il piano di Educazione al rispetto da poco varato, abbiamo scelto di valorizzare lo sport come grande vettore di uguaglianza ed inclusione, in una dimensione di palestra per la convivenza civile, la tolleranza e il rispetto".

Al convegno, coordinato da Giovanni Anversa, giornalista Rai, sono intervenuti anche: Manuela Claysset, responsabile politiche di genere e diritti Uisp; Annamaria Palmieri, assessora all’istruzione e alla scuola Comune di Napoli; Marina De Blasio, referente bullismo e cyberbullismo Ufficio Scolastico Regione Campania; Antonello Sannino, referente Sport Arcigay; Giorgio Sorrentino, ASD Pochos.

Durante il convegno è stato presentato il libro “Terzo tempo Fair Play: i valori dello sport per il contrasto all’omofobia e alla transfobia”. Il volume, a cura di Giuliana Valerio, Università Parthenope, Paolo Valerio, direttore Centro SInAPSi-Università Federico II, e Manuela Claysset, rappresenta un supporto per sensibilizzare educatori, professionisti e tutti coloro che sono impegnati nel campo delle attività motorie e sportive a promuovere una cultura più inclusiva e rispettosa nello sport, a sviluppare azioni di prevenzione della discriminazione nei confronti di persone LGBTI, e a condannare qualsiasi manifestazione di intolleranza nei loro confronti.