A un game dalla vittoria

di Diego Costa

Sono giunto a una conclusione, banale, ma la voglio dividere con voi: il tennis è uno sport per pezzi di m…
Ecco perchè – vanitosamente – pur avendo padronanza tecnica, sono un perdente nato. Da sempre. Anche quando ero un atleta. Non ho mai vinto nulla, o quasi.
Mi è sempre risultato difficile odiare, infatti, chi stava dall’altra parte del campo, quando il fisico mi avrebbe consentito di giocarmela. Una volta, giocando contro un tedesco (Rolf Stotz, Stoccarda), stavo giocando la partita della vita. A un game dalla vittoria, pensai bene che lui, Rolf, sotto di brutto, era ospite in Italia. E che bene avrei fatto a farlo risalire un po’. Persi al tie break!
Oggi, che ho raggiunto la pace dei sensi di volèe e passanti, mi capita il contrario: e dò in escandescenza verso i cultori attempati del punto, strappati – per il modo di giocare – a più logiche frequentazioni di bocciofile, perchè… "vanno a punto" ovvero – da pallettari per scelta – alzano il pallonetto in modo sistematico e di solito sono dannatamente efficaci: cadono a un millimetro dalla linea, ma dentro. Io sbavo scagliando rabbiosamente la palla in rete mentre dall’altra parte del campo un Sampras della Ionosfera (la cui palla cioè supera i confini della Atmosfera e ritorna in campo utile bagnata) esulta spocchiosamente, con un singulto: "sììììì". Mai giocato nella loro vita racchettara un rovescio piatto, incrociato potente. Che Wawrinka è forse una marca di vodka…
Nel tennis, vestiti di bianco come a voler mostrare un’anima candida, candidamente ci si rubano i punti; candidamente si finge dispiacere per un nastro che ti aiuta; candidamente si detesta l’avversario che ha fatto il punto con un colpo fortunato. Là dove giocano gli dei hanno inventato il "Falco": immagino come i grandi interpreti di questo sport, quando era una nobile arte e quando il punto "dubbio" probabilmente veniva dato all’avversario, possano provare – se vedono dal Cielo – un gesto di palese disgusto.
La stragrande maggioranza dei nostri avversari fanno i punti proprio e solamente perchè baciati dalla dea bendata, solitamente evocata in modo molto più… prosaico. Lo 0 a quindici non è certo l’effetto di una maggiore capacità. "Bravo" o "brava" esclamiamo… e vorremmo saltare la rete e andare a addentare l’orecchio di quello che non sa neppure come abbia fatto a scheggiare la riga e a fare il punto, tutti moderni e frenati Tyson del court.
Esprimiamo il peggio di noi, su un campo di terra rossa. E ci vorrebbe un film come "What women want", un microfono nell’anima, in grado di intercettare i pensieri tra i giocatori in campo… Se ne sentirebbero delle belle. Mai voluto cambiare il mio tennis, metafora della vita.