Cinzia Savoca, Angelo Mucella e Giuseppe Russo sono il futuro degli arbitri siciliani

di Roberto Gugliotta

A volte i grandi progetti affogano in un fischio. Il basket targato Antonio Rescifina non finisce di sorprendere, in negativo, ovviamente. Si avvicinano le finali (dalla C/Silver ai tornei giovanili), e ciononostante tutti gli appassionati siciliani dovrebbero essere grati al presidente più impalpabile delle federazioni affiliate al Coni: seguendo i suoi "ragionamenti", forse si diventa deboli in tecnica e fondamentali, ma imbattibili in bizzarria. Grazie alle designazioni arbitrali frutto delle scelte di Rescifina, infatti, si possono scoprire le stravaganza (voglio essere buonista) di un settore quanto mai importante, ma abbandonato al proprio destino dal Comitato Regionale. L’aver cambiato troppo e spesso male, designatori, istruttori, referenti degli arbitri, non ha giovato alla crescita dei giovani. Anzi, ne ha penalizzato sicuramente il cammino di quelli più bravi se oggi ci ritroviamo a dover utilizzare, per determinate gare, ancora Cinzia Savoca, Angelo Mucella, Giuseppe Russo, solo per citare i casi più lampanti. E i giovani dove sono? Se è questo il risultato prodotto dalle scelte di Rescifina, che altro dobbiamo attenderci? E ci tengo a precisare che non ho nulla contro Savoca, Mucella, Russo, né tanto meno contro gli arbitri in genere: la loro funzione e dunque la loro crescita, è vitale per il corretto svolgimento dei campionati. Con arbitri preparati tutto filerebbe per il verso giusto. Ma non posso nascondere un certo pregiudizio verso il sistema arbitri – Sicilia. Sarà un mio limite, ne faccio ammenda ma non ho grande stima di alcuni. Alla base del mio pregiudizio il diverso modo di intendere l’etica. L’onestà di rifiutare di dirigere una gara quando esistono conflitti di interesse o semplicemente… di "cuore". Ma in questi anni ho avuto la sfortuna di essere osservatore, alcune volte protagonista mio malgrado, di certe storie, storielle e cialtronate. Ma se chi comanda non è lui stesso un valido esempio di lealtà come possiamo pretenderlo dagli arbitri, dai dirigenti o dagli stessi tesserati? Se nell’era della comunicazione globale (dove tutti sanno tutto di tutti) viene permesso di fischiare ai tesserati partite della stessa società (!) o agli arbitri di gestire gare in palese conflitto d’interesse per via di feste e scuole d’avviamento al mini basket (il tesoretto dei bimbi bancomat!!!) perché oggi dovremmo essere una regione – sportivamente parlando – in festa? E forse non era neanche tanto grande il sogno residuo della pallacanestro siciliana, il pensiero estremo nell’anno sbagliato di aver mandato dei segnali importanti alle altre realtà italiane. Non basta avere una formazione nel massimo campionato maschile e femminile se poi la base affoga in una pozzanghera. Invece in quella pozzanghera sono finiti tutti, presidente Rescifina, società e arbitri in un pasticcio di pioggia, fango e sfortuna. Nella settimana che promuoverà in C due formazioni ritroviamo sempre i soliti nomi a fischiare: Russo, Mucella… e i giovani promettenti figli del progetto Rescifina dove diavolo sono? E se per dirigere la sfida tra AMATORI BASKET MESSINA A.DIL. A.S.D. MENS SANA MASCALUCIA, valevole per il campionato under 18, Fip Sicilia deve inviare l’evergreen Cinzia Savoca di BAGHERIA, cosa vorrà dire? Certamente che il settore arbitri non gode di buona salute. E se le scelte delle designazioni dipendono anche dal caso, la morale della storia è simile a quella di troppi giorni al contrario: volere, provarci e non potere, non riuscirci. Magari, anche il vizio di dover convivere con certe logiche. La Sicilia che ama il basket per fortuna non è tutta così: se son qui a scrivere queste riflessioni è perché credo nella passibilità di cambiamento. Son certo che basta poco per ritornare sulla giusta via: regole e fondamentali. Etica e onestà intellettuale. Stop a conflitti, business, inciuci. Gli arbitri, come i dirigenti, dovranno essere come la moglie di Cesare: apparire al di sopra di ogni sospetto. Solo così non saremo più spettatori di certe cattive recite. D’accordo, come direbbe qualcuno più figo di me “non può piovere sempre”, ma grazie al presidente Rescifina, ormai il sole chissà dov’è.