Lealtà e giustizia secondo la Fip Sicilia

L’operazione che ha portato il cosiddetto rinnovamento nel movimento siciliano della pallacanestro, ovvero la presidenza del Comitato regionale di Antonio Rescifina non ha niente di tecnico ed è di un dubbio gusto evidente. Nessuno è in grado di dire cosa sia la trasparenza nè il merito, come dimostrano le tante storielle che abbiamo portato a conoscenza dell’opinione pubblica. Ma proprio l’assoluta ignoranza sulle sue qualità eventuali spiega in modo lampante quanto poco contasse l’aspetto etico nella sostituzione del vecchio presidente. I veri problemi erano altri, problemi che la presidenza Rescifina ha aggravato, visto che le società sono sempre in numero minore e gli arbitri bravi si contano sulle dita della mano. E per aver reso noto questo ci becchiamo le vendette del presidente Rescifina che guarda caso non perde occasione per usare il bastone contro coloro che ritiene suoi nemici. Una delle mosse è spedire arbitri "normalizzatori" nelle gare delicate o arbitri della stessa città degli avversari che dovranno sfidare le cosiddette società nemiche. Come dire la lealtà e la giustizia vengono riviste e corrette a uso e consumo della Fip Sicilia. In discussione è il metodo e la disinvoltura con cui Rescifina e la sua corte cercano di barattare le convenienze della società amiche. Ora basta. Questo andazzo deve finire, una volta per tutte. Non si può abusare del ruolo per consumare vendette. O meglio si può, ma non si deve dire poi di aver fatto una scelta etica. E’ serio tutto questo? O non è piuttosto l’atteggiamento arrogante di un team dirigenziale il cui primo compito è distruggere le società considerare nemiche? Mi ricordo una vecchia storiella che spesso mi torna in mente… li puoi beccare con le mani nella marmellata, li puoi svergognare per le loro furbate ma si sentono degli intoccabili. Loro sono amici degli amici, amici degli arbitri, amici dei dirigenti, faccendieri, millantatori, portaborse. Stanno in bilico tra la macchietta e il folclore ma qualche volta si spingono più in là e magari succede il pasticcio. VOTA ANTONIO, VOTA ANTONIO, VOTA ANTONIO…