I CAMPIONATI, I GIOVANI, IL FASCINO DELLE REGOLE

di Roberto Gugliotta

Contro la crisi economica e la mancanza di squadre, la Fip Sicilia ha deciso di intervenire. Ha varato una formula per il Campionato U20/M n. 11 squadre suddivise in 2 Gironi (Girone Arancione composto da n. 6 squadre e Girone Verde composto da n. 5 squadre) che disputeranno una fase all’italiana, con partite di andata, ritorno e ulteriore andata per il girone Arancione e partite di andata, ritorno, andata più una fase a orologio di due partite per il girone Verde. Peccato che le undici formazioni sono sparse per il territorio e se alle formazione della città dello Stretto è andata di lusso, la trasferta più impegnativa sarà la vicina Catania, lo stesso non si può dire per Patti e Capo d’Orlando che dovranno fare il giro dell’isola: Trapani, Agrigento e Palermo con degli atleti che sono per la maggior parte studenti e quindi o giocano il campionato giovanile pensato dai grandi o vanno a scuola per ottenere un diploma. Il particolare non è di poco conto se si considera che il torneo doveva essere provinciale e non regionale (trasferte brevi, orari compatibili con lo studio, costi contenuti, ecc…) epperò è diventato complicato quando è venuta a galla la verità: solo la provincia di Messina aveva iscritto più formazioni mentre Trapani, Agrigento, Palermo e Catania erano in grossa difficoltà con i numeri. Niente paura, la Federazione siciliana guidata da Antonio Rescifina ha trovato la quadratura del cerchio: salvate le squadre di Messina e Catania ha penalizzato Patti e Capo d’Orlando. Non sarebbe stato più giusto fare il girone delle sole messinesi mentre le altre avrebbero formato il secondo? Che colpa hanno Patti e Capo d’Orlando se la federazione di Rescifina non è capace di gestire il movimento siciliano? Da quanto scriviamo che il Comitato dovrebbe pensare più alle società, alla crisi economica che penalizza l’attività giovanile e meno alle feste e alle rappresentative utili solo per i viaggi premio? Chi avrebbe dovuto monitorare l’emorragia di squadre dai vari tornei e consigliare il Presidente formule diverse oggi dovrebbe presentare le dimissioni per manifesta incapacità gestionale ma non ci saranno né dimissioni né ammissioni di colpe. Il problema è sempre lo stesso: a Rescifina & Co. delle società non interessa nulla. Non importa se dei ragazzi – studenti dovranno scegliere se marinare la scuola o giocare il campionato under 20: che bell’esempio di rispetto delle regole!!! Organizziamo convegni, partecipiamo a incontri con la scuola e poi calpestiamo i diritti dei giovani. Peggio di così, non si può. Qualcuno si muova prima che nella terra di Sicilia si giochi solo per la C femminile, l’unica manifestazione, a quanto pare, che interessi a Rescifina. Premi, interviste, viaggi lampo, "il presidente di Fip Sicilia sarà ricordato come il cerimoniere del funerale della pallacanestro". Dove si capisce che ognuno ha i portavoce e i cortigiani che si merita. Perfino Rescifina. Sicilia & Basket: qualcosa si muove. Qualcuno si è mosso, qualche provincia è tragicamente scomparsa. Un minuto di silenzio nei palazzetti – se fossero a norma, sarebbe meglio -, e più di un minuto per pensare che la promozione delle attività giovanili non ha un solo obiettivo – fregare gli euro ai genitori – magari educare alle regole e ai fondamentali. Di più mettere fuori gioco la violenza e i bulli. Ci sono luoghi dove la civilità e le buone maniere latitano ma restono palestre aperte e dunque spazi pericolosi, sol perché chi dovrebbe farli chiudere si gira dall’altra parte.  E’ giusto che a casa Rescifina (FIP SICILIA) pensino di dedicare maggiore attenzione alle problematiche di tutti e non solo alle loro personali necessità di carriera. In termini di imparzialità, hanno dimostrato di essere lontani dal minimo sindacale richiesto a un Comitato di tutela per i diritti di tutti. Lui e gli altri. Utopisti, incoscienti, nel giudizio di quelli che alzano muri anche quando dormono. Più di un minuto per pensare che non sono intoccabili né eroi. Eroi semmai lo saranno quei ragazzi che per colpa dei padri siciliani della pallacanestro saranno costretti a lunghe trasferte con libri al seguito per non disertare l’impegno scolastico e soprattutto quelle società che una volta di più dovranno pagare di tasca loro gli orrori dei dirigenti del Comitato. Le società sono alla canna del gas perché “tartassate”. Qualcuno, qualcosa, ha contribuito ad ammazzare il movimento giovanile come se fosse l’uomo Ragno… il guaio è che quel qualcuno non paga mai di tasca propria. Non so chi ha ragione, mi sento sottoposto a molestie quotidiane da persone diversamente intelligenti. Non vorrei che per zittirmi pensino di mettere una taglia sulla mia penna… magari è così. Vivendo sempre nell’ambiente dei salotti ovattati si perde il contatto con la realtà! Resto in fiduciosa attesa di un commento della FIP di Gianni Petrucci, che per ora, ha in testa solo il viaggio a Rio. Una buona notizia: non c’è solo Lourdes, si può guarire l’emorragia di talenti e società anche volando in Brasile. Arrivederci al prossimo giro di valzer, pardon di Sicilia!