Il basket ai tempi di Pippo Sidoti

di Roberto Gugliotta

Io non sono matto e magari col tempo si diventa, però penso che sia sbagliato far credere ai giovani che i matti sono quelli come me e Pippo Sidoti e i "professori" son loro che truffano i genitori spacciando per sport sociale il bancomat – ragazzino/a. Che cosa offrono ai loro ragazzi/e? Regole no; fondamentali di basket neppure; attività motoria neppure a parlarne. E allora? Come giustificare i mensili che intascano? Ah, sì: poi abbiamo fatto la festa di Carnevale e quella di fine d’anno però è bella anche la domenica perché si mangiano la carne e il dolce. Se pagano le famiglie, ovviamente. E se vi va di culo, un pezzo di cioccolato. Che bravi questi istruttori moderni: sono profumati, con quel che costano alle famiglie! E poi basta. Perché basta? Perché lo sport è finito, il basket è finito. La riconoscenza è morta e sepolta. Per questo io non sono sul mercato, mi consolo: non lo è neppure coach Sidoti. Tutto secondo le regole, nella terra degli svergognati. Dove le regole stanno nella non esistenza di regole, per questo lo sport riveduto e scorretto si chiama lotta estrema al ragazzino. Vittima senza colpa di un luogo dimenticato da Dio.