
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera, nella speranza che anche altre società raccontino la loro esperienza sotto la gestione Fip di Antonio Rescifina.
Premesso che la nostra Associazione, Don Ninì Scucces Gela, in questi 5 anni di attività federale si è distinta per serietà, impegno sportivo e sociale e puntualità nei pagamenti, riuscendo a svolgere oltre alla attività di minibasket, anche campionati giovanili under 17/15/13 e due campionati di promozione e 1° divisione maschile, ma soprattutto riuscendo a creare un movimento cestistico in uno dei quartieri più bisognosi della nostra città. Pur non disponendo di alcun aiuto economico pubblico (ancora dobbiamo ricevere il misero contributo regionale del 2013) e privato, con la passione che ci contraddistingue, siamo riusciti a emergere in una realtà sportiva locale molto disunita. Anche in questa stagione sportiva, molto problematica per la mancanza di una struttura di riferimento, che non ci ha permesso soprattutto di svolgere l’attività di minibasket (vero polmone sia in termini economici che sportivi per un progetto di crescita giovanile), abbiamo voluto comunque impegnarci nei confronti di quegli atleti che in questi 5 anni sono cresciuti con noi, dal minibasket agli esordienti passando per il campionato under 13, fino ad arrivare al campionato under 15 svolto in questa stagione. Da un punto di vista sportivo siamo anche orgogliosi che tre ragazzi di questo gruppo hanno partecipato alle selezioni regionali, questo in qualche modo ha gratificato il lavoro svolto. In data 28/04/2015 il Giudice Sportivo Regionale nella omologazione della gara n.6980 svolta tra INVICTA 93CENTO CALTANISSETTA E LA ASD DON NINI SCUCCES con il risultato di 49-34, ha emesso dei provvedimenti disciplinari nei nostri confronti, come potrà verificare dal comunicato, rappresentati da sanzioni pecuniarie da corrispondere per minacce collettive e lancio di oggetti contundenti. Tutte le società contro cui ci siamo scontrati possono confermare che non abbiamo sostenitori al seguito anzi neanche quando giochiamo in casa, se l’unico genitore presente in tribuna (facente parte del corpo di Polizia Municipale di Gela), è una minaccia collettiva, allora il pubblico presente per la squadra di casa cosa doveva rappresentare? Noi non contestiamo le decisioni del giudice sportivo, che letto il rapporto arbitrale, applica solo il regolamento, né vogliamo contestare l’arbitro che ha redatto il rapporto, per cui non presenteremo formale ricorso, ma vogliamo esprimere la nostra amarezza per alcune situazioni. Innanzitutto, ci sentiamo in dovere di esprimere il nostro disappunto per la fase orologio organizzata in fretta e furia con date improvvisate che infatti non trovano riscontro con le date effettive di svolgimento delle gare, questo complica il lavoro di designatori e ufficio gare. Vogliamo soprattutto esprimere tutta la nostra amarezza, perché grazie a questo episodio della gara decisiva con l’Invicta Caltanissetta, abbiamo potuto appurare alcuni fatti evidenti:
1) l’arbitro della gara in questione, Sig. La Malfa è il figlio del Presidente della stessa società sportiva Invicta Caltanissetta, tra l’altro il padre era presente e ha redatto il referto durante la gara;
2) lo stesso arbitro ha arbitrato anche la partita del girone di qualificazione;
3) inoltre tutte le partite casalinghe della società Invicta sono state arbitrate dai figli del Presidente La Malfa, come si può constatare sul sito Fip Sicilia;
4) infine nel redigere il rapporto arbitrale La Malfa non ha tenuto conto del secondo arbitro sig. Cocchiara, il quale non solo non ha firmato il rapporto, ma asserisce che sono state omesse delle gravissime situazioni tra cui le minacce verbali del dirigente accompagnatore dell’Invicta nei confronti di quel genitore, ma soprattutto lo stesso Cocchiara ha segnalato al 1° arbitro che il tavolo ha omesso di segnare il 5° fallo ad un giocatore dell’Invicta Caltanissetta. Noi abbiamo incassato la sconfitta, ma questi provvedimenti disciplinari ci hanno spinto a indagare e approfondire questi fatti, per cui dopo aver sentito l’ufficio Gare nella persona del sig. La Cagnina, il designatore Giordano, l’arbitro Cocchiara, il Presidente dell’Invicta La Malfa, il consigliere regionale Curella, abbiamo deciso di scrivere, non per accusare l’Invicta Caltanissetta che ha vinto meritatamente sul campo, ma per capire come si possa accettare, nello spirito di cambiamento da Voi apportato a questa federazione regionale, una situazione del genere dove l’arbitro è il figlio del presidente e se poi aggiungi che il refertista è il Presidente stesso allora il gioco è fatto. Probabilmente non conosciamo il regolamento a fondo, forse la mancanza di arbitri, ma sicuramente sappiamo bene che scegliere Fip dovrebbe significare pagare per un servizio di qualità, purtroppo dobbiamo constatare che il rapporto qualità/prezzo è molto svantaggioso. Noi non mettiamo in dubbio la buona fede delle persone, ma è difficile spiegare ai nostri ragazzi dell’Under 15, come sia possibile che l’arbitro sia anche il figlio del presidente, così “Lui se la canta e lui se la suona”. In questo modo un campionato assume la caratteristica tipica dei tornei amatoriali, ne tragga Lei le conclusioni. Le chiediamo di verificare le nostre parole, non perché vogliamo la testa di qualcuno, ma perché se quel genitore ha sbagliato (e non tolleriamo certi comportamenti infatti è stato subito ripreso dal sottoscritto) e adesso ci tocca pagare una elevata sanzione pecuniaria, allora ci chiediamo chi ci risarcirà del danno subito da queste situazioni.
Cordialmente
Gaetano Mancuso