Il basket di Antonio Rescifina e il problema arbitrale

Il basket di Antonio Rescifina e il problema arbitrale. In Sicilia esiste più da altre parti il perché è stato brillantemente spiegato in una lettera aperta da Fausto Chirizzi già Commissario Straordinario CIA Sicilia, pubblicata da IMG Press: “Provenivamo da una gestione in cui i Presidenti regionali CIA, negli ultimi dieci anni sono stati arbitri di prim’ordine, internazionali e/o Osservatori anche di serie A, tranne la parentesi commissariale per la quale il sottoscritto è stato chiamato dal Direttivo Regionale ad assumerne la guida per circa un anno. Certamente, come tutti, hanno commesso degli errori, io il primo avrò fatto errate valutazioni ma mai si era arrivati a questo punto. Negli ultimi due anni, in seguito alle dimissioni, inaspettate, dell’arbitro internazionale Tolga Sahin il Consiglio Direttivo regionale presieduto dal Dott. Rescifina, ha proposto, per la prima volta nella storia del CIA Sicilia, non un arbitro ma un ex Ufficiale di Campo. Nulla contro la persona però mi chiedo è mai possibile che colori i quali gestiscono il Comitato Regionale FIP non siano riusciti ad individuare un arbitro altrettanto carismatico e competente che potesse continuare il lavoro avviato da Sahin??? Chi è chiamato a rispondere delle carenze tecniche di un Settore così vitale per il movimento, chi deve assumersi la responsabilità della dèbacle della gestione Beneduce, che, nei fatti, è tornata indietro di decenni?”. Limpido, forte, chiaro! “Come è ovvio che sia, in generale, la crescita tecnica delle squadre e dei giocatori, a parità di potenziale umano, rispetto a dieci anni orsono è percentualmente aumentata di molto mentre la crescita del settore arbitrale proprio in questi ultimi dieci anni, non solo non è aumentata, neanche di poco ma è sentire comune nell’ambiente CIA che il “livello” degli arbitri regionali si è notevolmente abbassato. E’ evidente che le Società avvertano il malessere che serpeggia negli ambienti arbitrali e la consapevolezza di sapere che, in generale, non si è ritenuti all’altezza, delle gare per le quali si è designati, irrigidisce gli arbitri nei confronti delle Società e talvolta in particolare nei confronti degli allenatori che ne sono la naturale interfaccia”. Più che da celebrare sconfitte, cosa che riesce bene al nostro presidente Rescifina forse conviene partire da qui, da questa peculiarità. Il problema arbitrale in Sicilia non lo si risolve raccomandando fischietti non all’altezza e non lo si nasconde costringendo Tolga Sahin alla fuga sol perché ha a cuore la meritocrazia e le regole. Come c’è la gavetta alla siciliana (nel senso che nessuno la fa), il talento al contrario (con giocatori giudicati fenomeni e poi dispersi) e il dibattito silenzioso (tutti parlano contemporaneamente e nessuno capisce nulla) c’è il basket alla Rescifina. Non più quello di cui scriveva con entusiasmo qualche penna nazionale ma quello di cui scriviamo con scarso entusiasmo noi di IMG e tutti quelli che non vedono in ogni celebrazione della Fip isolana una vittoria, in ogni partita un merito del presidente Rescifina. L’entusiasmo è scarso perché a noi piace il basket, inteso come sport e, ove possibile, come spettacolo. Di questo aspetto si parla sempre meno, e il verbo parlare è inadeguato. Non abbiamo mai pensato né scritto che con Tolga Sahin avremmo avuto gli arbitri migliori del mondo, epperò con questo andazzo la speranza di averne all’altezza è sempre più scarsa. Gestire una partita di pallacanestro è un compito estremamente difficile e che sia quasi un dovere, per una Federazione non complicarglielo ulteriormente. Chi prepara i fischietti ad affrontare le gare con spirito professionale? A quanto pare le scelte poco illuminanti di Rescifina, anche in tema di arbitri hanno avuto solo uno scopo: complicare la vita a tutti. Ma tanto lui non guarda le partite dei campionati che gestisce, preferisce frequentare luoghi dove si giocano altre sfide. E poi, qualcosa succederà. Può anche succedere qualcosa di grave. Siamo seri, questa gestione di Rescifina non convince perché non all’altezza del compito. E che voglia addirittura fare il consigliere federale è fuori luogo, non raccontiamoci storielle. A noi non importa molto di Rescifina, di Beneduce, di strategie politiche – aziendaliste per mantenere il potere, anche se a volte sogniamo un designatore che sappia uscire allo scoperto, un presidente Fip meno cerchiobottista e una gestione delle attività giovanili che non punti solo a fare più euro ma si concentri anche sui fondamentali che latitano. A noi piace il basket, per quanto l’abbiano cambiato, svilito, disanimato, involgarito, incanaglito e drogato nelle scelte che dovrebbero premiare e che invece offendono la nostra intelligenza. Questione di gusti, ma non è tardi per cambiare. Noi rivogliamo uno come Tolga Sahin perché bisogna gridare l’importanza del ruolo, forte, così forse capiscono tutti, da Petrucci a Rescifina.