Basket & Sicilia. Purtroppo la giustizia non è di questo mondo

di Claudio Andò

La Società Sport è cultura Patti militante nel girone I della Dnc di basket manifesta tutto il suo disappunto per il trattamento ricevuto durante la partita disputata al “Palasport Renzo Serranò” contro Cefalù da parte dei due fischietti Calogero Sarda e Paolo Marco Perrone, che ha pregiudicato il buon esito dell’incontro. Epperò il diplomatico comunicato glissa, democristianamente, su altre cose, ben più gravi (?). Ovvero c’è forte la sensazione che quanto accaduto domenica a Patti  non sia solo frutto del caso ma di un perverso disegno teso a mettere fuori gioco la società Sport è cultura. Troppe le ombre, tante le anomalie. E poi quelle vendette consumate in questi mesi dagli stessi bizzarri personaggi che rovinano l’immagine della federazione senza che la Fip Sicilia faccia chiarezza. Questi bizzarri personaggi sono di una cultura sportiva, e non, così mediocre che una persona intelligente non scambierebbe con loro, non diciamo opinioni, ma neppure il fustino del Dash. Figurarsi dare loro il mandato a rappresentarli. Insomma, detto fuori dai denti, non è solo un problema Sarda e Perrone. Ma molte società subiscono in silenzio per quieto vivere. Per non litigare con il potere meglio liquidare tutto con un banale "No, la colpa è del fato"…  Chi gestisce il campionato dovrebbe evitare che ci siano simili sospetti anzi dovrebbe pretendere da tutti, arbitri su tutti, la massima collaborazione affinchè tutto si svolga alla luce del sole. Purtroppo non succede: grave, gravissimo. Lo dimostra che per controllare la delicata partita tra Patti e Cefalù, l’unica di cartello prevista per la terza giornata di ritorno nel girone I, la Federazione non ha inviato nessun commissario né il Presidente regionale, Antonio Rescifina ha pensato di essere lui stesso presente per un match così delicato e particolare. E’ doveroso chiedersi: come si possono organizzare i campionati se non ci si rende conto di come funzionino le cose? Chi gira per i palazzetti a verificare che l’andamento delle gare sia regolare? Chi parla con le società per chiedere consigli per far funzionare la macchina organizzativa? Chi allena gli arbitri durante la settimana per prepararli alle partite? La logica avrebbe dovuto consigliare la Federazione, per una sfida così delicata – con 200 tifosi di Cefalù al seguito – di affidarla alla coppia arbitrale migliore e se i migliori arbitri cresciuti dalla Fip Sicilia sono da individuarsi nei nomi di Sarda e Perrone c’è da mettersi le mani nei capelli. Sarda e Perrone – siamo pronti a mettere a disposizione il video della gara con Cefalù – non hanno né personalità, né competenza tecnica, addirittura, fatto ancor più grave, sconoscono il regolamento vedi la topica finale sui tiri liberi dopo un fallo tecnico. Possibile che nessuno degli osservatori della Federazione se ne sia mai accorto? Ma se l’ingiustizia e la falsità delle decisioni di Sarda e Perrone offendono, ciò che diviene, anche sportivamente, intollerabile è che a esse non si riesce a reagire così che né la Fip Sicilia può allontanare da sé i sospetti né riescono a tutelare la dignità dei loro esponenti migliori. E’ avvilente che una società sportiva che affronta tanti sacrifici non solo economici, in tempi di profonda crisi, debba essere penalizzata da personaggi simili che piuttosto che essere “arbitri”, dunque porsi al di sopra delle parti, ovvero assumere una posizione neutrale in una contesa, si arrogano il diritto di decidere l’esito stesso dell’incontro. E’ inaccettabile e inqualificabile tale comportamento. E la dice lunga, a tal proposito, lo stesso commento finale dell’allenatore di Cefalù, Flavio Priulla che ha giudicato l’operato di Sarda e Perrone bollandolo come “arbitraggio scandaloso”. E allora se lo stesso allenatore che vince la gara li bolla come arbitri "scarsi" che si vuole di più? La nostra riflessione vuole essere una vibrante protesta contro chi non tutela le società – oggi tocca al Patti subire, ma la ruota gira – da questa intollerabile gente che fa male non solo al movimento pallacanestro ma anche e soprattutto alla credibilità del campionato stesso e dunque nuoce alla stessa Fip Sicilia.