No al razzismo!

No al razzismo, in tutte le sue forme sia dirette che indirette. Dobbiamo essere consapevoli che il razzismo nascosto, occulto, sotterraneo è quello più pericoloso. Non si esprime individualmente per paura e esplode improvvisamente quando si forma un gruppo che lo sostiene. 

I cori razzisti contro i giocatori, le offese razziste contro i candidati immigrati e le battute da bar contro gli immigrati, sono solo sintomi di un disagio sociale forte di chi agisce nell’ignoranza e di chi la strumentalizza, per aumentare l’ansia e la paura sociale, che oggi significa solo una guerra tra i poveri. Cosi dichiara Aodi Foad Presidente Amsi e fondatore di Uniti per Unire.

Noi ribadiamo il nostro sostegno ai giocatori stranieri e nessuno tocchi Stefaphan Al Sarawy e compagni. Bisogna far cadere tutti i muri che frenano la completa integrazione e sconfiggere le strumentalizzazioni politiche sulla pelle degli immigrati e dei professionisti di origine straniera nei servizi e pubblica amministrazione, compresi medici, infermieri. Come chiediamo da anni purtroppo inascoltati fino a oggi, continua Aodi.

Bisogna combattere tutte le forme di razzismo sotterranei che stanno aumentando anche per assenza di risposte concrete ai problemi irrisolti da anni, (accesso ai concorsi pubblici, servizi sanitari, quota di studenti stranieri nella scuola, medici "spia" , presidi "spia", accesso all’università, affitto della casa, lavoro nero, sotto paga per gli infermieri e medici, strumentalizzazioni dei professionisti, giocatori e candidati solo perchè sono stranieri o di colore, di religione e cultura diversa. Problemi che aumentano con l’aumento del numero degli immigrati in Italia in un periodo di crisi economica che tocca tutti, ribadisce, Aodi, nonchè presidente co-mai, nella sua denuncia. Aodi chiede di continuare il nostro impegno a favore del dialogo e della conoscenza interculturale ed interreligiosa.Ci appelliamo ai nostri amici e soci di segnalare tutti gli episodi di razzismo,di censura, discriminazione che creano disagio sociale.

Infine a nome dell’Amsi, Co-mai ed Uniti per Unire chiede di organizzare una partita di calcio tra la Nazionale italiana ed una selezione di giocatori stranieri e di promuovere campagna di informazione a favore della conoscenza culturale nelle scuole, illustrata dai medici e giocatori di origine straniera, dove c’e un grande rischio di coinvolgimento degli studenti negli episodi di razzismo a forte potere di contagio di giovani fragili. Il problema si risolve affrontantolo e non facendo finta che non esiste .